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Altra stretta alla Naspi: dal governo nuovo schiaffo ai lavoratori

Con la Manovra il governo ha dato una stretta alla Naspi, che si tra duce in un nuovo schiaffo ai lavoratori.

Altra stretta alla Naspi: dal governo nuovo schiaffo ai lavoratori

Con la legge di Bilancio, approvata ieri sera alla Camera (ora passa al Senato), il governo ha dato una stretta alla Naspi. Andando subito al sodo: un emendamento, presentato nottetempo dai relatori durante l’esame in V commissione, stabilisce che dal 1° gennaio 2025 il sussidio di disoccupazione non sarà più riconosciuto a quei lavoratori che hanno dato le dimissioni volontarie da un impiego a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti la richiesta del sostegno e che, al contempo, non hanno maturato almeno 13 settimane di contribuzione dal nuovo lavoro. Una norma “anti-elusiva” si è affrettata a definirla, difendendola, la ministra del Lavoro Marina Calderone. Sarà.

Sta di fatto che, così com’è stata formulata e successivamente approvata, la modifica voluta dall’esecutivo rischia di arrecare danni a tutti i dipendenti, non solo ai presunti “furbetti”. Si tratta infatti di “una non banale restrizione al riconoscimento del trattamento di disoccupazione” ha scritto il giuslavorista Marco Menegotto sul “Bollettino Adapt” – il centro studi sul lavoro fondato nel 2000 da Marco Biagi. Restrizione con cui, sempre secondo l’esperto, “risulterebbero penalizzati quei lavoratori che avessero optato per cambiare attività e si vedessero ad esempio licenziati, per qualsiasi motivo, prima di un anno, dal successivo datore di lavoro con il quale avessero stipulato un nuovo contratto a tempo indeterminato”. Proprio così. Ma non finisce qui.

Spiega ancora Menegotto che “tra le ipotesi più eclatanti” su cui la norma impatterà negativamente ci sono, ad esempio, “un licenziamento collettivo” – allorquando i lavoratori potrebbero essere scelti proprio in base a questa nuova previsione legislativa – o il “mancato superamento della prova”. Per tale motivo, a conclusione della sua analisi il giuslavorista annota che “una riflessione, almeno sul piano dei casi eccezionali e ‘limite’ può (e dovrebbe) ancora farsi”. A Palazzo Madama la Manovra, il cui iter inizierà lunedì in commissione Bilancio prima dell’approdo in Aula dopo Natale, non sarà cambiata di una virgola, pena il rischio dell’esercizio provvisorio. Dunque, a breve, il provvedimento entrerà in vigore, con tutto ciò che ne consegue. Si tratta del secondo giro di vite nell’arco di poco tempo dopo quello inserito nel collegato Lavoro, in pratica un ritorno delle dimissioni “in bianco”. Il tutto senza sapere quante sono, effettivamente, le truffe sulla Naspi (c’è chi dice appena il 4%). Ancora una volta, però, i lavoratori vengono trattati come impostori. Davvero un pessimo segnale.