Dopo l’attentato portato a termine dai servizi segreti ucraini dello SBU a Mosca, in cui ha perso la vita l’alto generale russo Igor Kirillov, il leader russo Vladimir Putin aveva preannunciato una “dura reazione”. Questa, come promesso, c’è stata ed è stata particolarmente violenta. Per ore, in tutta l’Ucraina hanno risuonato le sirene di allarme, con i missili russi che hanno colpito diverse aree dell’ex repubblica sovietica.
Non è stata risparmiata neanche la capitale Kiev, su cui, secondo il capo dell’amministrazione militare Sergey Popko, sono piovuti diversi missili, tra cui i temibili Kinzhal e Iskander/KN-23, che hanno causato “un morto e nove feriti”. Drammatica anche la situazione nella città meridionale di Kherson, dove ci sono stati altri due morti e decine di feriti. Colpita anche Kryvy Rih, dove i missili hanno “parzialmente distrutto due piani di un edificio residenziale e più di venti veicoli”, causando il ferimento di sei persone, tra cui una ragazza di 15 anni.
Putin vendica l’attentato ucraino a Mosca bombardando tutta l’Ucraina
Un raid aereo che l’Ucraina ha duramente condannato, apparentemente sorprendendosi per un’azione definita “illegale” e particolarmente cruenta. Eppure c’è ben poco da stupirsi, poiché l’attacco era stato ampiamente annunciato in risposta all’attentato a Mosca e all’utilizzo, sempre più frequente, di missili occidentali sul suolo russo.
Che questa sia la motivazione dell’ennesima – e scellerata – dimostrazione di forza dello zar è stato chiarito dal ministero della Difesa di Mosca, che ha affermato che l’azione è scattata “in risposta alle azioni del regime di Kiev, sostenuto dai suoi sponsor occidentali”, con l’impiego di “armi ad alta precisione a lungo raggio” che avrebbero colpito “il centro di controllo dell’intelligence (SBU), l’ufficio di progettazione Kiev Luch, che progetta e produce il sistema missilistico Neptune, nonché posizioni del sistema missilistico antiaereo Patriot”. “Gli obiettivi dell’attacco sono stati raggiunti”, conclude la nota del Cremlino.
Zelensky attacca Putin: “È pazzo, vuole solo uccidere”
Davanti a queste nuove operazioni militari della Russia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ulteriormente alzato la voce lanciando una provocazione nei confronti dell’omologo russo, che di certo non facilita le trattative di pace. “Penso che Putin sia un pericolo molto grande per tutti perché a lui non interessa nulla. È pazzo, penso. E credo che lo pensi anche lui. Lui ama uccidere”, ha spiegato il leader di Kiev. Lo stesso Zelensky, ben conscio che la situazione al fronte sta peggiorando sempre più, ha provato a lanciare messaggi al futuro presidente degli USA, Donald Trump, da tempo titubante sull’opportunità di continuare a sostenere l’esercito di Kiev, definendolo “un uomo forte” che “voglio dalla mia parte”.
Per riuscire in questa ardua impresa, Zelensky intende recarsi a Washington “per discutere con lui in maggiore dettaglio” su come continuare a supportare l’Ucraina, visto che “non ha contezza di questa guerra, in quanto non era presidente quando è iniziata l’invasione russa”. “Spero che mi capirà, perché”, a prescindere dal passato di ciascuno, “uomo d’affari, politico… siamo semplicemente persone e abbiamo le stesse emozioni e gli stessi obiettivi”.
La reazione rabbiosa di Medvedev alle parole di Zelensky
Inevitabilmente, le parole del leader di Kiev hanno causato forte irritazione nell’entourage dello zar, con Dmitrij Medvedev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, che ha risposto per le rime: “Putin è il presidente di un grande Paese e, in quanto tale, deve essere estremamente educato e corretto. Proprio quello che ha fatto Vladimir Putin” durante il suo discorso alla nazione di giovedì, in cui ha “emanato sicurezza e calma”. Poi, entrando nel merito delle parole di Zelensky, Medvedev ha affermato che “non si tratta di un crollo nervoso causato dalle osservazioni del presidente russo sui sistemi di difesa aerea occidentali a Kiev, ma di una deliberata mancanza di decenza, un gesto che rappresenta una totale assenza di rispetto e professionalità”.
Non è tutto: Medvedev ha ribadito che la posizione della Russia in materia di negoziati è che questi “non saranno possibili finché il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non sarà legalmente rimosso dalla sua carica di capo di Stato”, in quanto è “arrogante e scommette su una guerra che non può vincere”.