Dopo essere stato salvato dalla mozione di impeachment grazie al supporto del suo partito, ottenuto in cambio della promessa di dimettersi, il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, rischia questa volta di averla combinata grossa. Il leader di Seoul ha infatti dichiarato che “combatterà fino all’ultimo minuto” per mantenere il proprio ruolo, accusando l’opposizione di provocare “una crisi nazionale”. Parole che hanno spinto i partiti di opposizione ad annunciare una nuova mozione di impeachment, con il voto previsto per sabato, per rimuoverlo dalle sue funzioni. Secondo i media locali, questa volta persino il partito di Yoon potrebbe accodarsi all’iniziativa.
Corea del Sud, il presidente non vuole mollare la poltrona e le opposizioni presentano una nuova mozione di impeachment
Del resto, la popolarità del presidente è crollata: secondo un sondaggio Realmeter, citato dall’agenzia di stampa nazionale Yonhap, il 74,8% dei sudcoreani ritiene che il presidente dovrebbe dimettersi o essere messo sotto accusa dopo il suo fallito tentativo di imporre la legge marziale in Corea del Sud.
Ma non è tutto. Nelle ultime ore, il Parlamento sudcoreano ha approvato la sospensione immediata del ministro della Giustizia, Park Sung-jae, e del capo della polizia, Cho Ji-ho, entrambi già in carcere con l’accusa di aver ordinato il cordonamento della sede del Parlamento per impedire ai deputati di votare la revoca del decreto con cui il presidente Yoon aveva cercato di imporre la legge marziale nel Paese.