L'Editoriale

Ora avanti con la svolta

Ora avanti con la svolta

Difficile dire se il sonoro vaffa bis rimediato da Beppe Grillo per mano degli iscritti Cinque Stelle che, con percentuali bulgare, hanno (ri)decretato lo sfratto del garante, fermerà la sua sete di rivalsa. Ma al netto dei possibili – e per molti scontati – ricorsi, carte bollate e iniziative di disturbo dell’ex comico, per Giuseppe Conte si apre ora una fase nuova. Un’occasione per smentire la nefasta previsione del fondatore, che solo pochi giorni fa si preparava a celebrare a bordo di un carro funebre le esequie dello “stramorto” (ma “compostabile”) Movimento. E soprattutto per misurare la capacità di declinare la rotta progressista tracciata dallo stesso Conte alla vigilia della Costituente M5S. Sulla capacità, in altre parole, di tenere la barra dritta sui tratti distintivi del futuro Movimento dal Partito democratico che negli ultimi anni, a partire dalla sciagurata partecipazione all’ammucchiata del governo Draghi, benedetta dallo stesso Grillo, ha beneficiato della pesante perdita di consensi in libera uscita in parte verso l’astensionismo e in parte verso i dem.

A cominciare dalla guerra in Ucraina che, interpretando il sentiment della maggior parte degli italiani, ha finito, tra inflazione, caro bollette e corsa al riarmo, per riversare il conto – degli aiuti militari a Kiev e delle sanzioni boomerang a Mosca – sull’Unione europea. Una linea osteggiata dai 5 Stelle, ma sulla quale il Pd e le destre sembrano la fotocopia l’uno delle altre. Per non paralre dell’ultima follia Ue: con la guerra in Ucraina ormai persa e Zelensky in persona ad a spingere per un rapido negoziato di pace, a Bruxelles si pensa ad un maxi piano da 500 miliardi euro per rafforzare la difesa europea, non si capisce bene per quale incombente minaccia. Anche qui Pd e 5 Stelle sono il giorno e la notte. Come pure sulle politiche di austerity imposte dall’Europa, per non parlare, restando alla politica interna, della vergognosa vicenda della norma Salva-Milano – un vero e proprio condono votato pure dai dem – che a scanso del nome introduce una sanatoria edilizia sull’intero territorio nazionale. Tutti temi sui quali i 5 Stelle non solo devono tenere il punto, ma segnare la linea di demarcazione dal Pd. Perché in politica non basta sembrare diversi. Occorre esserlo veramente.