Fermi tutti, si rivota. A chiedere di ripetere la consultazione a cominciare dal quesito che domenica scorsa ha decretato l’abolizione del Garante dallo Statuto, è stato ieri proprio il Garante Beppe Grillo, esercitando una prerogativa che ancora detiene. Il suo scopo? Mirare al mancato raggiungimento del quorum, secondo una serie di conteggi su iscritti al voto, astenuti, contrari e cancellati, che aveva anticipato il fedelissimo Danilo Tonielli.
Immediata la risposta di Giuseppe Conte con un post su Facebook, nel quale ha fatto sapere che non è assolutamente intenzionato a vestire i “panni dell’azzeccagarbugli”. Dopo la richiesta formale da parte di Grillo, il presidente M5S ha fatto sapere che riunirà gli organi collegiali e quindi si tornerà al voto. Anche sui quesiti che riguardano proprio il co-fondatore.
Per i vertici M5S, Grillo sfida la volontà del Movimento
Conte vuole interpretare la volontà della comunità a differenza, questo il ragionamento che si fa nel Movimento, dell’orientamento di Grillo. Il quale ha inteso sfidare non una persona, ma le decisioni prese dall’intera comunità del suo stesso Movimento. In base a una prerogativa definita “feudale” da Conte, e in “palese conflitto d’interesse”. Grillo “è passato dalla democrazia diretta al ‘qui comando io’ e se anche la maggioranza vota contro di me, non conta niente”, sottolinea Conte.
Che aggiunge: “Potremmo contestare questa vecchia clausola, retaggio del passato e vincere con le nostre buone ragioni un contenzioso legale. Ma dobbiamo occuparci del Paese reale, a cui noi del Movimento vogliamo offrire soluzioni e battaglie da vincere, non capricci e beghe personali del fondatore. Il ruolo dell’azzeccagarbugli lo lascio quindi a Grillo”.
Grillo mira a non raggiungere il quorum
La parola ora passa agli iscritti. Ma chi vincerà la battaglia? Secondo i calcoli di Toninelli, i margini per far saltare quanto deciso domenica da Nova, ci sarebbero. Su un totale di 88.933 iscritti, sostiene il fedelissimo di Grillo, “solo” 34.438 hanno dato il via libera alla cancellazione del Garante, troppo pochi per raggiungere la maggioranza assoluta degli iscritti che rende valida la votazione. A questi, poi, si devono aggiungere i 15.840 che, invece, si sono detti contrari e altri 4.174 che si sono astenuti. Se la campagna di astensione, che Grillo fomenterà, dovesse andare a buon fine, la seconda consultazione potrebbe non raggiungere il quorum, lasciando le cose come stanno, Garante compreso.