Una roccaforte che il centrosinistra non poteva consentirsi di perdere. E così è stato. L’Emilia-Romagna rimane salda nelle mani del centrosinistra.
Archiviata l’era di Stefano Bonaccini il Pd si è affidato al sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, e ha vinto. Con un’ampia forbice di distacco – 56,8% contro 40,1% – de Pascale ha respinto l’assalto della civica appoggiata dalla destra Elena Ugolini, insegnante e preside, di area Comunione e Liberazione, e si è affermato come nuovo presidente dell’Emilia Romagna.
Attorno a de Pascale si è compattata una coalizione in versione campo larghissimo, con Pd, M5S, Avs, Azione e Italia Viva.
Il coinvolgimento di quest’ultima ha rappresentato l’unico momento di frizione di tutta la campagna elettorale all’interno della coalizione, a causa del veto di Giuseppe Conte a inserire il simbolo di Matteo Renzi sulla scheda.
La soluzione, che alla fine ha accontentato tutti, è stata quella di inserire i candidati di Italia Viva nella lista civica a sostegno di de Pascale.
In corsa c’erano anche altri due candidati: Federico Serra guidava una lista di cui facevano parte ‘Potere al Popolo’ e ‘Rifondazione comunista’ che rivendicava come parole d’ordine: pace, lavoro e ambiente.
Luca Teodori era invece il candidato di una lista contraria alle vaccinazioni obbligatorie e favorevole all’uscita dall’euro.
I temi della campagna elettorale dall’alluvione alla sanità
La campagna elettorale si è concentrata su due fronti: la ricostruzione post-alluvione e la sanità. La sinistra accusa il governo di non aver dato i rimborsi promessi agli alluvionati, di non aver messo abbastanza soldi nei progetti di tutela ambientale e di aver definanziato il sistema pubblico della sanità.
La destra accusa chi ha amministrato la Regione negli ultimi anni di non aver speso i soldi che sono stati messi a disposizione da Roma e di aver organizzato il sistema di salute pubblica secondo modalità che ne hanno peggiorato l’efficienza.
La tensione tra il sindaco Lepore e la premier Meloni
Il momento più teso di tutta la campagna elettorale è stato il 9 novembre quando a Bologna, vicino alla stazione, c’è stato un corteo di Casapound al quale si è opposto prima un presidio promosso dall’Anpi, poi una manifestazione dei collettivi studenteschi che si è scontrata con la polizia.
Ne è seguito un durissimo scambio di accuse e una polemica molto accesa, che ha contrapposto in particolare il sindaco di Bologna Matteo Lepore e la premier Giorgia Meloni.
Affluenza in calo rispetto alla precdente tornata
Un’unica nota in chiaroscuro per de Pascale forse è stata quella dell’affluenza. È stata del 46,42%. Alle precedenti regionali il dato si era attestato al 67,67%. Si registra quindi un calo del 21%. Nel 2020 si votò in un solo giorno.
Le Province in cui l’affluenza è stata maggiore sono quelle di Bologna con il 51,67% e Ravenna con il 49,72% mentre è Rimini quella con l’affluenza minore risultata pari al 40,73%. De Pascale aveva fissato come asticella il 50%.
“E’ chiaro che c’è un dato di partecipazione alle urne che è un dato che preoccupa, sarà elemento di riflessione e lo deve essere anche per noi. Io devo molta riconoscenza, a partire dal mio partito, ci sono qui Elly Schlein e Stefano Bonaccini, mi hanno dato fin da subito grandissimo sostegno”, ha detto il nuovo presidente dell’Emilia-Romagna.
De Pascale ha auspicato pure di poter incontrare presto la premier. “Io spero, già nei prossimi giorni di poter incontrare la presidente del consiglio e su questo poter segnare un cambio un cambio di passo”, ha detto.
Il Pd mette le ali, male il M5S superato da Avs
“Una bellissima vittoria, emozionante, quella di Michele de Pascale”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. “Un segno di dove possiamo arrivare quando siamo uniti e compatti intorno all’obiettivo”, ha aggiunto Schlein, secondo cui “si profila un risultato straordinario per il Pd e questo conferma ciò che ci sentiamo come perno per la costruzione dell’alternativa a queste destre”.
Il Partito democratico vola intorno al 43 per cento e si afferma come primo partito nella regione migliorando la performance delle precedenti regionali e anche quella delle politiche e delle Europee.
Male il M5S che cala sotto il 4%, era al 4,7% alle precedenti regionali, al 9,9% alle ultime politiche e al 7,2% alle Europee.
Lo sorpassa Alleanza Verdi e sinistra intorno al 5,3%.
In casa centrodestra cala FdI al 23,7%, era al 25% alle politiche e al 28% alle Europee, e all’8,6% alle precedenti regionali quando non c’era stato l’exploit meloniano.
Forza Italia segue al 5,6% e sorpassa la Lega che si ferma al 5,3%. Un crollo quello della Lega. Era al 31,2% nelle precedenti regionali, al 7,5% alle politiche e al 6,5% alle Europee.