Da una parte legare i femminicidi all’immigrazione, dall’altro dire che la lotta contro il patriarcato è di fatto “ideologia”. Ma c’è di più, perché il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, riesce a esprimere questi due concetti in un contesto quantomeno inadeguato, considerando che si trattava della presentazione della fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, uccisa dal fidanzato un anno fa, e lanciata per contrastare e prevenire la violenza di genere.
Insomma, Valditara – nonostante qualche tentativo di spiegare le sue parole non del tutto riuscito – è stato capace di far arrabbiare tutti, dall’opposizione a chi questa fondazione l’ha lanciata, ovvero il padre di Giulia, Gino Cecchettin. Che è comunque riuscito a evitare la polemica rispondendo al ministro: “Diciamo che ci sono dei valori condivisi e altri sui quali dovremo confrontarci”, dice riferendosi proprio alle parole di Valditara.
Il caso dopo le parole di Valditara
Il caso scoppia per le parole pronunciate da Valditara in un videomessaggio inviato per la presentazione della fondazione. La prima frase, contorta, riguarda il patriarcato: “La possibilità libera e non discriminata di avere varie opportunità di realizzazione personale e professionale è un obiettivo fondamentale di chi crede nei valori della dignità di ogni persona. E per perseguirlo abbiamo di fronte due strade: una è concreta e ispirata ai valori costituzionali, l’altra è la cultura ideologica. In genere i percorsi ideologici non mirano mai a risolvere i problemi, ma a affermare una personale visione del mondo. E la visione ideologica è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato”.
Insomma, la lotta al patriarcato non sarebbe una soluzione reale della questione, ma solo una mossa “ideologica”, interpretando le parole di Valditara. Ma le frasi del ministro che più sono finite sotto accusa sono quelle riguardanti il legame tra i casi di violenza sessuale e l’immigrazione. Per il ministro dell’Istruzione, infatti, “occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”.
Il ministro nella bufera
Parole che suscitano l’immediata indignazione di Pd e Alleanza Verdi-Sinistra. All’attacco del ministro va il responsabile Welfare e deputato dem, Marco Furfaro: “Immagina di essere il ministro dell’Istruzione, di dire che la lotta al patriarcato è ideologia, che la colpa delle violenze contro le donne è dei migranti e di farlo alla presentazione della fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, uccisa da un cittadino italiano. Ministro Valditara, da gennaio ci sono stati 87 femminicidi, come evidenziato dall’Osservatorio nazionale di Non Una Di Meno. In circa l’80% dei casi, l’assassino aveva la mia e la sua nazionalità. La sua inadeguatezza è una vergogna per il ruolo che ricopre e per l’Italia”.
Per Laura Boldrini, deputata Pd e coordinatrice dell’intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità, l’intervento di Valditara è “imbarazzante”: “In perfetto stile mansplaining il ministro si è permesso di fare una lezioncina dimostrando di ignorare totalmente la complessità del fenomeno della violenza maschile sulle donne e negando la matrice patriarcale”. All’attacco anche Avs, con Aurora Floridia, che parla di “affermazioni irresponsabili e prive di fondamento”, oltre che di “propaganda sulla pelle dei migranti”.
Il ministro replica alle accuse sostenendo che la sinistra la butta “sempre in rissa” e non ragioni “in termini pacati”. Ribadendo che il patriarcato, dal punto di vista giuridico, “dalla riforma del 1975 non esiste più: esiste il maschilismo contro cui si deve lottare mettendo al centro il valore di ogni persona. Quanto alla violenza sessuale, si combatte anche riducendo i fenomeni di marginalità e di devianza legati alla immigrazione clandestina”.