Da Biden un ultimo regalo per Zelensky: “Sì all’uso dei missili americani per colpire in Russia”. Ira del Cremlino: “in atto l’escalation”

Da Biden un ultimo regalo per Zelensky: "Sì all'uso dei missili americani per colpire in Russia". Ira del Cremlino: "in atto l'escalation"

Da Biden un ultimo regalo per Zelensky: “Sì all’uso dei missili americani per colpire in Russia”. Ira del Cremlino: “in atto l’escalation”

Passano i mesi e aumentano le difficoltà per l’esercito ucraino, che appare sempre più incapace di frenare l’avanzata russa nel Donbass. Questa è favorita dai raid aerei che fiaccano le residue difese di Kiev e colpiscono le infrastrutture energetiche dell’ex repubblica sovietica. Drammatico il bilancio degli ultimi attacchi ordinati da Vladimir Putin: tra i risultati, la conquista del villaggio di Novooleksiivka, nel Donetsk, e bombardamenti che hanno interessato praticamente tutta l’Ucraina. A Sumy si contano almeno 11 morti e 89 feriti, mentre a Odessa le vittime sono 8.

La strage di civili ha scosso la comunità internazionale. La portavoce della Nato, Farah Dakhlallah, ha dichiarato: “La Nato condanna fermamente l’attacco su larga scala della Russia contro l’Ucraina, che ha ucciso e terrorizzato civili, prendendo di mira infrastrutture energetiche critiche. Siamo al fianco dell’Ucraina e gli alleati continuano a dare contributi senza precedenti alle sue difese. In risposta alla guerra della Russia, la Nato ha rafforzato la sua difesa aerea e missilistica, e continuiamo a valutare la nostra posizione per difendere tutti gli alleati”.

Le parole della portavoce sottolineano la gravità del momento, confermata anche dall’ultima mossa del presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden. Secondo quanto riferito dal New York Post, Biden ha tolto parte delle restrizioni all’Ucraina sull’uso delle armi americane a lungo raggio. Da ora, queste potranno colpire la regione russa di Kursk, dove da mesi Kiev effettua infiltrazioni, contrastate anche dalle truppe nordcoreane inviate da Kim Jong-Un. Questo via libera, seppur limitato, rappresenterebbe una risposta diretta al coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra.

Da Biden un ultimo regalo per Zelensky: “Sì all’uso dei missili americani per colpire in Russia”. Ira del Cremlino: “in atto l’escalation”

L’autorizzazione americana non è solo un’indiscrezione giornalistica: lo stesso Volodymyr Zelensky l’ha confermata. Il presidente ucraino ha dichiarato: “Il piano per rafforzare l’Ucraina è il Victory Plan, che ho presentato ai nostri partner. Uno dei suoi punti chiave sono le capacità a lungo raggio del nostro esercito. Si parla molto nei media del permesso che abbiamo ricevuto, ma gli attacchi non si eseguono a parole. Queste cose non vengono annunciate. I missili parleranno da soli. E di sicuro lo faranno”. Nel suo discorso, Zelensky non ha risparmiato critiche alla Russia, definendo i recenti raid russi “dimostrativi” e mirati a mostrare che Mosca è interessata solo alla guerra.

Poi ha aggiunto: “Questo segnale dovrebbe essere recepito in tutto il mondo, dalle sale del G20 a tutte le capitali globali”. Queste dichiarazioni sembrano rivolte, tra gli altri, al cancelliere tedesco Olaf Scholz, che di recente ha tentato, senza successo, di riaprire un dialogo con Putin.

Trump sta arrivando, ma l’Europa resta fedele a Biden

Con l’imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e il possibile disimpegno americano, il tempo stringe per Kiev. Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha chiesto maggiore impegno ai leader europei: “Dobbiamo rimanere fermi: nessun allentamento dell’isolamento internazionale della Russia, nessun accordo con l’aggressore, nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina. Per fermare la Russia, dobbiamo privare la sua macchina militare del carburante: i proventi del petrolio”.

Da Bruxelles è arrivata la risposta di un alto funzionario, rimasto anonimo, che ha annunciato la preparazione della seconda tranche di finanziamenti da 1,9 miliardi di euro provenienti dagli extra profitti degli asset russi congelati in Europa. Questi fondi saranno disponibili tra marzo e aprile 2025. La decisione di Biden di autorizzare l’uso di armi a lungo raggio starebbe influenzando anche altri Paesi europei. Secondo Le Figaro, la Francia di Emmanuel Macron e la Gran Bretagna di Keir Starmer potrebbero presto approvare l’impiego dei loro sistemi missilistici.

La Germania, invece, mantiene una posizione cauta. Berlino ha confermato di essere stata informata della decisione di Washington, ma ha ribadito il suo rifiuto di consegnare i missili Taurus all’Ucraina. Tuttavia, il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha dichiarato: “Gli ucraini non dovrebbero aspettare che i razzi attraversino il confine; dovrebbero poter distruggere direttamente le rampe di lancio”.

Minacce e controminacce

La decisione di Biden ha provocato una dura reazione da parte del Cremlino. Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che l’autorizzazione americana per l’uso dei missili Atacms contro la Russia rappresenta “un ulteriore aumento delle tensioni” e accusa Biden di “gettare benzina sul fuoco”. Secondo Mosca, questa decisione modifica la natura del coinvolgimento occidentale nel conflitto.

Peskov ha affermato: “Questi attacchi non sono eseguiti dall’Ucraina, ma da Paesi che forniscono le armi e l’individuazione degli obiettivi, operazioni condotte da specialisti militari occidentali”. Josep Borrell, capo della diplomazia UE, ha replicato alle accuse del Cremlino: “L’Ucraina dovrebbe poter utilizzare le armi che le abbiamo fornito non solo per fermare gli attacchi, ma anche per colpire chi li lancia”. Ha aggiunto che la questione sarà discussa nei prossimi incontri tra i leader europei.