La Commissione Ue ha tagliato le stime sul Pil dell’Italia nel 2024 allo 0,7%, nel 2025 all’1% e nel 2026 all’1,2%. Quest’anno e nei prossimi due anni cresceremo meno dell’Eurozona e dell’intera Ue. Daniela Torto, capogruppo M5S in commissione Bilancio della Camera, che ne pensa?
“Abbiamo un Presidente del consiglio, Giorgia Meloni, che come una Wanna Marchi qualunque da mesi prova a vendere l’invendibile, a partire dalla litania dell’Italia che ‘cresce più degli altri Paesi e della media europea’. Falso, per l’ennesima volta. E andrà sempre peggio, perché la terza Manovra dell’Esecutivo è la più austera in assoluto. Parliamo di una legge di Bilancio da 30 miliardi, di cui 20 di autentica stangata sugli italiani, come ribadito dal ministro Giorgetti quando ha ammesso tutto il peso dei tagli. Con questo approccio il Paese non può svilupparsi, inchiodandosi a una striminzita crescita dello zero virgola che farà aumentare il rapporto tra debito e Pil. In Europa, tra i nostri principali partner in termini di crescita fa peggio solo la Germania, sulle cui sventure economiche però non c’è nulla da festeggiare, vista la stretta interdipendenza delle due economie”.
Nell’ultima nota mensile sull’economia dell’Istat tutti i principali indicatori economici sono in flessione.
“Tra le gigantesche responsabilità del Governo Meloni c’è quella di aver tagliato ogni politica industriale. Le alternative messe in campo non esistono, oppure, quando esistono, sono fallimentari come il Piano Transizione 5.0 per l’innovazione delle aziende: su un plafond di 6,3 miliardi di euro, gli ultimi dati ci dicono che sono stati attivati crediti d’imposta per soli 100 milioni. Rispetto al Piano Transizione 4.0, con il quale il Governo Conte aveva messo in campo più di 20 miliardi in un triennio, siamo passati a un’alternativa che sembra essere stata declinata proprio per tenere lontane le aziende. E’ anche da qui che nascono i 20 mesi consecutivi di calo della produzione industriale su base annua. Noi abbiamo presentato in Manovra emendamenti per riscrivere Transizione 5.0 e rifinanziare il Fondo per l’automotive, recuperando risorse dall’economia di guerra su cui la Meloni non ha rinunciato a investire”.
Il commissario Ue uscente Gentiloni boccia il Superbonus.
“Non che fosse da dimostrare, perché la realtà era già sin troppo chiara. Ma si conferma una volta di più che Paolo Gentiloni, commissario europeo uscente del Pd agli Affari economici, ha dentro di sé un algoritmo che gli fa dire sciocchezze, ieri in particolare sul Superbonus. Vorremmo sommessamente ricordare a Gentiloni che lui stesso, in ottima compagnia del Presidente del consiglio, Giorgia Meloni, e del ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ha lasciato in dote all’Italia il peggior Patto di stabilità europeo che si potesse immaginare, con un folle ritorno all’austerità più restrittiva e un’Italia in ginocchio almeno per i prossimi sette anni”.
Giovedì sono arrivati i dati sulla povertà alimentare tra i minori di Save the Children. I primi effetti della cura Meloni?
“I primi e non gli ultimi, purtroppo. L’eliminazione del Reddito di cittadinanza è stata utile a coprire i fallimenti di questo Governo e a solleticare la pancia dell’elettorato di FdI, Lega e Forza Italia ma ha aggravato la condizione di fragilità in cui versano moltissime famiglie. L’Adi e il Sfl sono un totale fallimento, anche e soprattutto a causa di un taglio di risorse pari a 1,7 miliardi e a criteri talmente stringenti da aver dimezzato la platea dei beneficiari. A maggio l’Istat ha scritto nero su bianco che fra il 2020 e il 2022, grazie al Reddito, quasi 2 milioni di persone sono uscite dalla povertà. Non solo: lo stesso Ministero del Lavoro, in un report diffuso a maggio, ha ammesso che circa 3 percettori su dieci erano occupati. Altro che ‘divanisti’. Oggi l’Italia è l’unico Paese europeo privo di una misura universale di contrasto alla povertà. La responsabile di ciò si chiama Giorgia Meloni”.
Manovra. Voi avete presentato le vostre proposte. Ci indica le più importanti?
“Il M5S è il gruppo parlamentare che ha presentato più emendamenti, oltre 1.200. Merito di un importante lavoro corale. Il perno è quello che abbiamo definito ‘scudo contro il carovita’, che comprende proposte come l’aumento di 100 euro al mese per le pensioni minime e per quelle fino a 1.000 euro, il sostegno al reddito per i lavoratori già in cassa integrazione, il cashback sanitario, più fondi per la disabilità e, ovviamente, l’introduzione del salario minimo legale. Oltreché la reintroduzione del RdC. Ma abbiamo anche depositato emendamenti per aiutare i giovani e le imprese, abbandonati da questo Governo, e, ovviamente, per aumentare i fondi alla sanità ed evitare il declino del Ssn. Le coperture ci sono, a cominciare dalla tassazione degli extraprofitti di banche e industrie belliche. Meloni e Giorgetti tirino fuori il coraggio”.