L’Autonomia smontata dalla Consulta, ma la Lega canta vittoria lo stesso

Minimizzare la sentenza sull'Autonomia, è la tattica del centrodestra per smorzare la débacle della sentenza. Calderoli e Salvini parlano di "passo avanti".

L’Autonomia smontata dalla Consulta, ma la Lega canta vittoria lo stesso

Abbozzare, minimizzare, rimandare la palla di là, cercare di trasformare la débacle in una vittoria. Sono diverse le strategie scelte dal centrodestra (Lega in primis) per mascherare lo schiaffo ricevuto due giorni fa dalla Corte Costituzionale, che ha bocciato ben sette punti della riforma sull’Autonomia differenziata.

Calderoli ringrazia i giudici

Dopo una notte di silenzio, ha parlato il papà della riforma, il ministro Roberto Calderoli, secondo il quale “gran parte dei rilievi mossi possono essere agevolmente superati in fase di attuazione della legge, anche con il coinvolgimento del Parlamento, come richiesto dalla Corte”. “Non ha senso parlare di vincitori o di vinti”, aggiunge, “la Consulta ha sancito che l’Autonomia è costituzionale, questa è una rivoluzione copernicana per il sistema italiano. Ringrazio di cuore i giudici per avermi dato tutte le indicazioni che andrò a leggere nella sentenza”, conclude.

“Un passo avanti” per Salvini

Di “passo avanti”, parla anche Matteo Salvini, secondo cui la riforma “è stata riconosciuta come costituzionalmente prevista e corretta. Si invita il Parlamento a portare alcune modifiche nel corso dell’applicazione, cosa che verrà fatta. Quindi bene”. Per il ministro Luca Ciriani “bisogna leggere la sentenza”, ma, “credo che la Consulta abbia fatto chiarezza: politicamente e dal punto di vista tecnico-giuridico, ha certificato che l’impianto della norma è costituzionale. Ci adatteremo”. “Tempo per correggere gli errori che la Consulta ha rilevato ce n’è”, ha aggiunto.

Dopo la sentenza sull’Autonomia, Zaia continua a cantare vittoria

Mantiene i suoi toni trionfalistici Luca Zaia, l’unico giovedì a commentare con favore il verdetto. “La sentenza è stata manipolata come il pongo con interpretazioni non autentiche, ma la verità – e nessuno mi può smentire – è che la Consulta ha detto che l’Autonomia è costituzionale. Questa decisione ha messo probabilmente la parola fine al referendum, dando una mano all’iter. Per noi è una vittoria, non una sconfitta”. Minimizza il governatore lombardo Attilio Fontana, per il quale “semplicemente bisognerà fare altri passaggi in Parlamento”.

Conte: “Hanno smantellato la riforma”

Di tutt’altro tenore le opposizioni: “A leggere bene la sentenza della Corte la riforma è stata completamente smantellata”, dichiara Giuseppe Conte, “Nelle prime dichiarazioni ho visto che cercano di sorridere rispetto a questo duro colpo, a questa mannaia. Ma se poi la andranno a studiare meglio, sperando che questa volta avranno bravi consulenti giuridici, vedranno che è stata completamente smantellata. E i pilastri che rimangono sono stati reinterpretati in una prospettiva costituzionalmente orientata”.

Elly Schlein parla di “una bocciatura molto forte, un fallimento del Governo Giorgia Meloni: “Salvini qualche mese fa mi diceva che l’Autonomia è prevista nella Costituzione e che mi avrebbe regalato una copia della Costituzione. A questo punto gli direi di tenersela, di regalarla a Meloni e di leggerla meglio”. Pungente come sempre il governatore campano, Vincenzo De Luca: “Gli amici delle Regioni del Nord hanno mostrato grande soddisfazione, ma diciamo è un atteggiamento un po’ patetico”.

Che ne sarà del referendum?

Polemiche e dichiarazioni di rito a parte, ora il tema è il futuro del referendum abrogativo. Per il presidente del Comitato promotore, l’ex presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, parlarne “è prematuro. Saranno nell’ambito delle loro rispettive competenze istituzionali sia la Corte Costituzionale, a decidere sull’ammissibilità del referendum in considerazione della ‘nuova legge’, sia la Cassazione a decidere se la manifestazione di volontà referendaria mantenga il suo valore e in quale misura rispetto al nuovo testo”.

Per Alfonso Colucci, capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali alla Camera, anch’egli nel Comitato promotore, “bisognerà leggere la sentenza della Corte Costituzionale nel suo complesso, ma è evidente che i punti dichiarati incostituzionali sono elementi fondanti della legge. La Legge Calderoli oggi è vuota e quindi è possibile che il referendum possa non tenersi, ma l’obiettivo politico è raggiunto, nel senso che i rilievi da noi posti sono stati recepiti e sono sostanziali”.