Presa in giro sull’automotive: nel fondo soltanto 200 milioni

Sul fondo automotive, dopo il taglio di 4,6 miliardi, il governo annuncia il ripristino di soli 200 milioni. "Non è nulla", attacca la Fiom.

Presa in giro sull’automotive: nel fondo soltanto 200 milioni

Se non è una presa in giro, poco ci manca. Il tavolo su Stellantis al ministero delle Imprese e del Made in Italy, a cui ha partecipato anche il ministro Adolfo Urso, non ha portato risultati concreti. Se non un annuncio che non può accontentare nessuno.

La manovra ha previsto un taglio da oltre 4,6 miliardi di euro fino al 2030 del fondo automotive. Ora il governo ha provato a intervenire, riducendo questo taglio. Ma “hanno ripristinato solo 200 milioni di euro per il 2025”, lamenta Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom Cgil. “Non è nulla”, dice chiaramente ricordando quanto bassa sia questa cifra rispetto al taglio totale ben superiore ai 4 miliardi.

Fondo automotive, rientrano solo 200 milioni

Per il 2025 i fondi a disposizione saranno in totale 400 milioni, ma dovevano essere più di 700. Poca roba, quindi, con un trend che non cambierà negli anni successivi. L’incontro, per la Fiom, è stato “lungo ma deludente” e il prossimo tavolo è previsto per il 16 dicembre. Delusa anche la Uilm, come spiega il segretario nazionale, Gianluca Ficco: “In oltre un anno il tavolo del Mimit non ha prodotto alcun risultato e a tratti è stato perfino controproducente”.

Motivo per cui ha chiesto “un’immediata convocazione alla presidenza del Consiglio”, sperando che a Palazzo Chigi possano arrivare risposte concrete per un settore che in Italia è sempre più in crisi. Urso, da parte sua, prova a rivendicare lo stanziamento aggiuntivo di 200 milioni per il fondo automotive, giustificando il taglio precedente sostenendo che gli ecobonus “svenano gli Stati ma non risolvono il problema”.

Per il ministro è “come svuotare un oceano con dei secchielli: quest’anno abbiamo investito un miliardo di intesa con Stellantis, che aveva sostenuto che la misura avrebbe aumentato la produzione in Italia. È accaduto esattamente il contrario e quindi, come preannunciato, non la riproporremo più”.

Il piano di Stellantis

Dal tavolo una soluzione non è venuta fuori. Da parte di Stellantis è arrivata qualche generica rassicurazione. Daniela Poggio, vicepresidente Communication & Public Affairs di Stellantis Italia, assicura che l’azienda “ha un piano per l’Italia e lotteremo per difendere la nostra leadership”. Giuseppe Manca, responsabile risorse umane di Stellantis Italia, spiega che non c’è l’intenzione di chiudere alcun stabilimento in Italia e non c’è “nessuna intenzione di fare licenziamenti collettivi”. Intanto, però, la situazione negli stabilimenti resta critica e non si vede la luce in fondo al tunnel, come mostrano i dati delle nuove immatricolazioni. Resta molto difficile vedere, a oggi, una reale via d’uscita. E i tagli di certo non aiutano.