Mille euro per nascere nel 2024: il bonus di Meloni è un copione già visto e fallito

Meloni ripropone il bonus bebè da mille euro. Un'iniziativa già fallita che ignora il vero sostegno alla natalità: stabilità e welfare.

Mille euro per nascere nel 2024: il bonus di Meloni è un copione già visto e fallito

Da sempre Giorgia Meloni ha puntato il dito contro quello che chiamava il “Paese dei bonus,” definendo le erogazioni una tantum come il simbolo di una politica debole, concentrata sui consensi facili piuttosto che su riforme strutturali. Oggi, alla guida del governo, si ritrova ad applicare proprio il metodo che criticava: per i nuovi nati del 2024 propone un bonus bebè da mille euro, riprendendo una vecchia formula che si è già dimostrata inadeguata. A dimostrarlo ci sono i dati: i bonus bebè già introdotti dai governi passati hanno mostrato risultati inconsistenti, se non fallimentari, nel tentativo di stimolare la natalità.

Dai proclami contro i bonus alla replica di un fallimento: Meloni e il bonus bebè del 2024

Come spiega Pagella politica in una sua analisi, già nel 2006 il governo Berlusconi lanciò un bonus bebè di mille euro, rivolto a tutte le neo-mamme senza restrizioni di reddito. L’obiettivo era chiaro: invertire la tendenza delle nascite in calo e sostenere le famiglie. Risultato? Dopo un anno, l’Istat registrò un lieve incremento delle nascite, ma l’effetto non durò. Senza misure continuative, la natalità non si stabilizza. Così, con il governo Letta nel 2013, arrivò un nuovo tentativo: un altro bonus per le nascite, questa volta con limiti di reddito. Un assegno singolo, nonostante le aspettative, non ha la forza di cambiare i bilanci familiari né di sostenere le famiglie con figli a lungo termine.

Nel 2015 ci provò Renzi con un bonus rinnovato: una somma mensile per ogni figlio fino ai tre anni, con tetto ISEE fissato a 25.000 euro. Una misura più articolata, che doveva rappresentare un passo avanti. Ma anche qui, i risultati non furono quelli sperati. Tra il 2015 e il 2020, il numero di nascite ha continuato a calare: nel 2015 sono nati 485.780 bambini, ma nel 2020 siamo scesi a 404.892, il minimo storico. Il bonus mensile, nonostante il tentativo di renderlo più stabile, si è rivelato insufficiente: i mille euro all’anno per i figli di famiglie con Isee basso non hanno risolto nulla.

Con l’arrivo del governo Conte II nel 2020, si introdusse un “assegno temporaneo” da 80 euro al mese per figlio, un’altra misura che aveva come obiettivo quello di sostenere le famiglie a basso reddito. L’investimento, pari a oltre un miliardo di euro, sembrava indicare un cambiamento, ma di nuovo il risultato fu deludente: alla fine del 2020, Istat confermò il calo delle nascite, con 404.892 nuovi nati, mentre nel 2021 si toccò un nuovo record negativo, con 400.249 nascite. Insomma, i bonus bebè di breve periodo, per quanto rinnovati, non sono in grado di sostenere un aumento stabile della natalità in Italia.

Il vero sostegno alla natalità: gli esempi di Francia e Svezia

A questo punto, bisogna chiedersi: perché i bonus una tantum o i contributi per pochi anni non hanno funzionato? La risposta è semplice e chiara nei numeri. Mettere al mondo un figlio è una decisione che implica costi sostenuti per anni e che richiede condizioni di stabilità, un contesto economico e sociale che possa supportare la crescita della famiglia. È proprio ciò che altri Paesi europei hanno compreso bene. La Francia, ad esempio, ha stabilito da anni un sistema di sostegno alle famiglie che include congedi parentali ben pagati, asili nido gratuiti e agevolazioni fiscali significative, con un investimento pari a oltre il 2,8% del PIL nel 2022, contro l’1,1% dell’Italia. La Francia è uno dei pochi Paesi europei dove la natalità è più stabile, un fatto che ha radici in politiche di welfare concrete e durature, non in bonus spot.

Un altro caso significativo è la Svezia, dove il governo copre fino al 75% delle spese per i servizi di cura dell’infanzia e offre incentivi alle aziende che favoriscono la flessibilità per i genitori. Questa struttura permette alle famiglie di progettare il loro futuro con maggiore sicurezza. L’Italia, invece, ha riproposto sempre le stesse soluzioni, pensando che bastasse un piccolo incentivo una tantum per risolvere un problema sociale complesso. Ma come dimostrano i dati dell’Istat, la popolazione continua a calare e i nati del 2024 non saranno certo incentivati a sufficienza dai mille euro offerti dal governo Meloni.