Nuova finestra per il Concordato: la resa del governo agli evasori

Il 12 dicembre nuova scadenza per le partite Iva. Per chi aderisce al concordato tasse e controlli congelati per 2 anni

Nuova finestra per il Concordato: la resa del governo agli evasori

I commercialisti, che avevano addirittura proclamato uno sciopero per chiedere la proroga, festeggiano. Così come i furbetti del fisco. Meno, ma molto meno, chi le tasse le paga sempre e senza sconti. Il concordato fiscale avrà una seconda vita.

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per la riapertura dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale. Le partite Iva avranno tempo fino al 12 dicembre per aderire al patto biennale con il fisco.

La nuova finestra sarà solo per le partite Iva che abbiano già presentato la dichiarazione dei redditi entro la scadenza del 31 ottobre. L’opzione consente a lavoratori autonomi e partite Iva di congelare tasse e controlli per i prossimi due anni, aderendo al patto con il fisco.

La prima fase si è chiusa il 31 ottobre: risultati sotto le attese

La prima fase si è chiusa il 31 ottobre. Sulla prima tranche, calcoli dei commercialisti partono da una stima del 10% di adesioni da parte dei contribuenti potenzialmente coinvolti (la platea degli aventi diritto è di 4,7 milioni). Tra i più ottimisti c’è chi arriva a sfiorare la percentuale del 20%. Di certo sarà difficile raggiungere l’incasso inizialmente ventilato di 2 miliardi di euro, se non di più.

“Stiamo ancora elaborando le adesioni che si sono chiuse il 31 ottobre scorso”, ha detto al Sole 24 Ore il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il 5 novembre, aggiungendo che “stando ai primi carotaggi l’incasso attuale si attesta a più di 1,3 miliardi di euro”.

Le partite Iva tra soggetti Isa e forfettari che hanno aderito alla misura sarebbero quindi oltre 500mila. “Chi non è riuscito ad aderire entro la precedente scadenza del 31 ottobre, potrà ora aderirvi attraverso questa nuova finestra. Si tratta di un’importante prova di ascolto da parte del governo, che dopo un confronto con le categorie e i professionisti ha deciso di allargare ulteriormente la possibilità di aderire a una misura apprezzata e conveniente per tutti: Stato e cittadini. Si è potuto fare solo ora in quanto al 31 ottobre era necessario acquisire dati certi sul gettito del concordato per avviare un’ulteriore riduzione delle tasse dal 2025. Il Fisco che abbiamo sempre professato di volere è questo: semplice e dialogante con i contribuenti”, dichiara ora Leo.

Opposizioni e sindacati contro la riapertura dei termini

Insomma per la maggioranza andrebbe così avanti la campagna ‘Fisco amico’ voluta da Palazzo Chigi per far emergere l’evasione con l’alternativa soft degli adeguamenti spontanei. Contrarissime, invece, le opposizioni. Si passerebbe da “un condonaccio all’italiana” a “una cosa penosa, la resa totale del fisco”, ha denunciato a suo tempo Antonio Misiani, responsabile economico del Pd.

“Di proroga in proroga, il Governo Meloni continua a dare certezze agli evasori. Con loro mantiene sempre la parola”, dichiara il vicepresidente di Avs alla Camera, Marco Grimaldi.

“La politica fiscale del governo è una vera e propria sagra per gli evasori. Lo ha fatto il giorno dopo l’incontro a Palazzo Chigi con i sindacati sulla manovra di bilancio. È l’ennesima conferma della totale sordità del governo alle richieste del sindacato”. Ad affermarlo il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari.

“Soprattutto – prosegue il dirigente sindacale – è l’ennesimo schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori, alle pensionate e ai pensionati, i quali, come abbiamo ricordato, pagheranno, nel 2024, circa 17 miliardi in più di Irpef, mentre per i settori con tax gap del 70% si continua a predisporre ogni strumento possibile e immaginabile per consentirgli di continuare a evadere le tasse”.

Feesteggiano i commercialisti, esulta Forza Italia

Festeggiano, dicevamo, i commercialisti. “La riapertura dei termini del concordato preventivo biennale costituisce una possibilità che potrebbe fornire un ulteriore contributo in termini di incassi da finalizzare al taglio della pressione fiscale per le famiglie italiane”, afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio.

“Avevamo chiesto con forza un rinvio dei termini del 31 ottobre per garantire a commercialisti e contribuenti la possibilità di approcciare il nuovo istituto con più calma e consapevolezza”, ricorda.

Festeggia soprattutto Forza Italia che rivendica la primogenitura della decisione del governo.
“Come richiesto da Forza Italia il governo ha deciso di riaprire i termini per il concordato preventivo. Utilizzeremo le ulteriori risorse che entreranno per sostenere il ceto medio, abbassare l’Irpef e far pagare meno tasse alle famiglie italiane”, dichiara il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.