Matteo Lepore, classe 1980, esponente del Partito Democratico e sindaco di Bologna dal 2021. Alcune decisioni assunte per la città metropolitana lo hanno portato al centro del dibattito nazionale, come nel caso del limite di velocità di 30 km orari in tutta la città che ha generato di fatto uno scontro frontale con il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.
Sindaco Lepore, ancora una volta è proprio il vicepremier e leader della Lega Salvini a inasprire il clima utilizzando l’espressione “zecche rosse” in risposta al suo “camicie nere” a commento delle tensioni di questi giorni nella sua città. È una accentuazione dei toni figlia delle imminenti elezioni in Emilia Romagna, o c’è un reale problema di sicurezza e tenuta democratica?
“Credo che in questa vicenda ci sia una strumentalizzazione politica evidente, ad una settimana dal voto. Diversi esponenti del governo sono intervenuti nell’immediatezza della manifestazione, senza conoscere cosa fosse realmente accaduto e cosa fosse stato fatto. Distorcendo fatti che hanno un percorso lineare: alcune sigle dell’estrema destra hanno deciso di organizzare a Bologna, ad una settimana dal voto, una manifestazione arrivando da tutta Italia; nel comitato per l’ordine pubblico, che ha valutato quella manifestazione, tutti insieme a partire dal Prefetto, abbiamo condiviso che quella manifestazione non poteva tenersi in centro per questioni di ordine pubblico, data la prossimità con altra manifestazione di segno politico opposto, che avrebbe presumibilmente creato tensioni. Aggiungo le preoccupazioni per l’incolumità dei cittadini e di chi frequenta la nostra città, che come noto vede proprio quelle strade del centro frequentate da migliaia di persone nel fine settimana. Da ultimo come sindaco di Bologna in rappresentanza di questa comunità, non potevo accettare che persone che apertamente si richiamano al fascismo sfilassero a due passi dalla Stazione 2 agosto 1980, dove si è tenuta la più grave strage di matrice fascista del dopoguerra. Le provocazioni del ministro Salvini sul punto mi interessano poco, a me interessa la sostanza della questione”.
Sciogliere le organizzazioni neofasciste e chiudere i centri sociali abusivi, non crede che le due cose debbano andare insieme?
“Non so cosa intende precisamente per centri sociali abusivi e non vedo il nesso con quello che è accaduto a Bologna in queste ore. Per le manifestazioni di organizzazioni neofasciste osservo solo che sarebbero vietate dalla Costituzione e da leggi della Repubblica italiana. Detto questo, quello che avevamo condiviso in sede di comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza è che la manifestazione si tenesse altrove, lontana dal centro, a tutela dei cittadini”.
Era l’estate del 2023 quando da Sant’Anna di Stazzema la segretaria Schlein rilanciava l’idea di una legge contro la propaganda fascista e di una sua urgente calendarizzazione. A che punto è il dibattito sul tema e se lei sindaco ritiene una priorità legiferare a riguardo.
“Negli ultimi tempi in particolare vedo un certo attivismo da alcune parti a superare la funzione storica, politica e giuridica dell’antifascismo, che è invece alla base della nostra Costituzione repubblicana. Sempre più spesso vediamo il tentativo di distorcere e ricostruire la Storia. L’antifascismo e la difesa di quei principi è oggi più attuale che mai seppur assume forme diverse. C’è ancora purtroppo chi cerca di elevare a ideologia la sopraffazione degli altri, l’odio, l’intolleranza, il razzismo, l’omofobia. Di fronte a questo non dobbiamo voltarci dall’altra parte, per questo sono positive le proposte di contrasto a tutto questo, ma credo che altrettanto importante sia lavorare sulla cultura e sulla memoria attiva, cosa nella quale la città di Bologna è da sempre impegnata”.
In queste ore ha inoltre ricordato al Governo la necessità dei ristori post-alluvione. Quale la reale situazione oggi dei cittadini e delle imprese che hanno subito danni? C’è chi – come la senatrice della Lega Murelli – attribuisce a lei una cattiva gestione durante l’alluvione.
“Sin dalle prime ore dopo l’alluvione ho fatto appello a tutte le forze politiche, sia a livello locale che di governo di collaborare con spirito repubblicano e di unità, perché la priorità sono i cittadini e le cittadine colpiti. Ho su questo avuto un confronto con la presidente del Consiglio Meloni e ci siamo detti che avremmo lavorato insieme. Il risultato di questo dialogo deve ancora avere un seguito. Nel frattempo il Comune di Bologna ha approvato una variazione di bilancio di 3,4 milioni di euro per far fronte alle spese in somma urgenza che si sono rese necessarie dopo l’alluvione. Ma i Comuni da soli non possono farcela. I danni, non solo a Bologna capoluogo, ma su tutta l’area metropolitana, ammontano a centinaia di milioni di euro, oltre a tutti i necessari interventi di messa in sicurezza del territorio. Ci sono famiglie che hanno perso tutto, imprenditori che hanno perso tutto e vanno aiutati il prima possibile. I 15 milioni già stanziati dal Governo rappresentano una cifra utile ma non sufficiente a coprire le necessità reali”.
Il 17 e il 18 novembre le elezioni in Emilia-Romagna. Stando alla partecipazione alle elezioni ligure del 46% degli aventi diritto al voto, teme un rischio astensionismo anche per la sua Regione? Quanto peserebbe sulle sorti del “campo largo”?
“Chi va a votare sceglie chi governerà per i prossimi cinque anni la Regione, starei a questo dato. Credo che il centrosinistra abbia messo in campo competenze, conoscenza del territorio e passione, il candidato presidente Michele de Pascale saprà fare bene. Per quanto riguarda l’astensione mi auguro che l’Emilia-Romagna saprà dare, ancora una volta, prova di senso civico e partecipazione”.