Trump controlla il Congresso, la Corte Suprema e ha parte dei media dalla sua: vacilla il mito degli Usa come culla della democrazia

Trump ha in pugno il Congresso, la Corte Suprema e ha parte dei media dalla sua: vacilla il mito degli Usa culla della democrazia

Trump controlla il Congresso, la Corte Suprema e ha parte dei media dalla sua: vacilla il mito degli Usa come culla della democrazia

Gli Stati Uniti hanno sempre rivendicato il loro ruolo di “culla della democrazia”, al punto da tentare, a suon di guerre poi rivelatesi fallimentari, di esportarla nel resto del mondo. Un primato su cui sono stati versati fiumi di inchiostro, ma che ora, con la schiacciante vittoria di Donald Trump, sembra vacillare. Questo perché negli Usa non si è votato solo per scegliere l’erede di Joe Biden, ma anche per rinnovare il Congresso, dove, grazie alla potente spinta del tycoon capace di infiammare le folle, e di fronte a un partito democratico che ha dato vita a una campagna elettorale tanto surreale quanto disastrosa, i Repubblicani hanno preso il controllo sia della Camera che del Senato. Il risultato è che il Presidente avrà ben pochi ostacoli — a meno di decisioni sgradite al suo partito — nel far approvare le proprie leggi.

Trump ha in pugno il Congresso, la Corte Suprema e i media: vacilla il mito degli Usa come esempio di democrazia

Intendiamoci, non si tratta di un evento unico nella storia americana, dato che altri ci erano già riusciti: Franklin D. Roosevelt negli anni ’30, Lyndon B. Johnson negli anni ’60, Jimmy Carter alla fine degli anni ’70, George W. Bush nei primi anni 2000 seppur limitatamente ai primi due anni di mandato, Barack Obama verso la fine dello stesso decennio e, infine, Biden, che però ha potuto contare su appena un voto in più al Senato. Tuttavia, nell’elezione di Trump c’è qualcosa di nuovo che molti esperti e opinionisti sembrano ignorare: il tycoon controlla anche la Corte Suprema degli Stati Uniti.

Molti hanno dimenticato che, dopo aver vinto le elezioni del 2016, Trump ha nominato Neil Gorsuch alla Corte Suprema; due anni dopo, ha avuto l’opportunità di una seconda nomina e ha scelto Brett Kavanaugh. Ma è con la morte di Ruth Bader Ginsburg, nel 2020, che Trump ha definitivamente sigillato il proprio controllo sulla Corte con una terza nomina, quella della giudice Amy Coney Barrett, portando la Corte su posizioni conservatrici per anni a venire, dato che le nomine sono a vita.

Il tycoon ha il controllo totale del Paese

Contrariamente a quanto si possa pensare, la Corte Suprema non è un’istituzione superata, ma un organo fondamentale dotato di ampi poteri di controllo. Essa gode della giurisdizione d’appello nelle controversie concernenti la Costituzione e le leggi federali e, cosa altrettanto importante, detiene il potere di controllo di legittimità costituzionale, con la facoltà di invalidare una legge ordinaria in caso di violazione della Carta.

Trump detiene anche il controllo su gran parte dei media — considerati “il quarto potere” perché dovrebbero sorvegliare tutti gli altri —, molti dei quali sono vicini ai Repubblicani o sono in mano a suoi amici, come nel caso di Elon Musk con X. C’è persino chi, come Jeff Bezos, pur non essendo un “fan” dichiarato, ha scatenato un putiferio impedendo ai redattori del Washington Post di fare un endorsement in favore di Kamala Harris, per non scontentare Trump.

Insomma, il tycoon ha il controllo di tutti i poteri d’America e, per una volta, si può dargli ragione quando afferma che la sua “è una vittoria epocale”. La storia ci dirà se sia stata anche una colossale sconfitta per la democrazia.