Marta Bonafoni, consigliera regionale e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd con delega al terzo settore e all’associazionismo. Da sempre in prima linea nella difesa dei diritti delle donne, ha mostrato negli anni uno spiccato attivismo civico anche attraverso il suo ruolo di cronista radiofonica che l’ha resa – stando alla descrizione che fa di sé stessa sulla pagina internet a lei destinata – “una giornalista libera, indipendente, capace di fare comunità”.
Impossibile prescindere dall’esito del voto ligure e dalle riflessioni che comporta anche su scala nazionale. Avendo perso per un soffio, Italia Viva può essere considerata oggi una forza necessaria a un progetto unitario di centrosinistra che sia realmente competitivo con le destre?
“Perdere per un soffio fa più male di una sconfitta plateale, ma questo non deve farci perdere lucidità sulla lettura del risultato. Il Partito Democratico in queste regionali sfiora il 29% dei consensi, doppiando il partito di Giorgia Meloni e incrementando il già ottimo risultato delle Europee di giugno, è prima forza a Genova e grazie a una campagna elettorale condotta con generosità e competenza da Andrea Orlando riduce a un soffio – appunto – la distanza dalla destra. Ricordo che l’ultima volta le elezioni le perdemmo di 18 punti, un’ecatombe, in una regione dove la destra ha un insediamento storico, profondo. Aggiungo a questi numeri quello più clamoroso, il 54% di astensionismo registrato nelle urne. Di fronte a questa frattura democratica la partita non la può giocare il Partito Democratico da solo, sia pure in salute, occorre che tutte le forze all’opposizione di questo governo si riorganizzino per parlare alla maggioranza del paese. Le forze moderate e liberali non fanno eccezione”.
Il Movimento Cinque Stelle tra lotte intestine e Costituente vive una fase di grande fermento. Dal PD come guardate a tutto ciò? Più di qualcuno del suo partito lamenta l’instabilità attribuibile all’alleato e le ripercussioni sulla coalizione…
“Se il Pd prima alle Europee poi in Liguria ottiene il risultato che ottiene, è anche per lo spirito unitario che la segretaria Elly Schlein porta sui palchi e nelle piazze fin dal primo giorno del suo mandato. Ricordate la piazza Santi Apostoli dello scorso giugno? Quella troppo piccola per contenerci tutti convocata contro l’Autonomia differenziata? In quella piazza il grido “unità unità” si è alzato durante tutti gli interventi dal palco, compreso quello di Giuseppe Conte. Noi ci auguriamo che tutte le forze oggi all’opposizione sentano come noi la responsabilità di non spendere neppure un minuto in polemiche “vicine”, concentrandosi nella battaglia da condurre contro la peggiore destra della storia del Paese”.
Umbria ed Emilia-Romagna, nessuno fa previsioni ma l’esito di queste due partite regionali quanto peserà sulle dinamiche nazionali?
“In Umbria e in Emilia-Romagna una coalizione larghissima e credibile ha messo in campo due candidati eccezionali, Stefania Proietti e Michele De Pascale. Da qui ai prossimi venti giorni tutti noi saremo a pancia a terra accanto a loro, per vincere”.
Dal canto suo, la maggioranza di governo – seppur con frizioni occasionali tra alleati – sembra godere di buona salute. È stato varato dal Cdm il testo della Manovra 2025. Misure che andranno incontro alle reali necessità degli italiani?
“Esattamente al contrario. La terza manovra del governo Meloni è confusa, insufficiente e bugiarda. Sulla sanità siamo al record negativo di investimento di risorse da 15 anni a questa parte, mentre ci sono ormai 4 milioni e mezzo di italiani che non possono più curarsi perché non hanno i soldi per farlo privatamente. Sulla scuola arriveranno 8000 tagli tra personale docente e non. Dicevano di voler abbassare l’età pensionabile e invece l’hanno ulteriormente alzata, distribuendo una mancia di 10 centesimi al giorno ai pensionati e alle pensionate. Anche sulle banche hanno messo in scena un bluff: parlano di extra-profitti, in realtà agli istituti hanno semplicemente chiesto di anticipare ciò che è dovuto, rimandando la soluzione dei problemi degli italiani e delle italiane. Hanno bloccato il Paese”.
La presidente Meloni ha sempre dichiarato che il contrasto alla denatalità sia una delle priorità del suo operato. Trova adeguate le attuali politiche governative di sostegno alle famiglie?
“La prima presidente del Consiglio donna del nostro Paese mette in atto politiche contro le donne. Parlano di “natalità” ma tagliano sui servizi di welfare che hanno l’impatto peggiore proprio sulle donne e sulle famiglie: dal ridimensionamento del Pnrr dedicato agli asili nido, al mancato finanziamento per la non autosufficienza, dallo schiaffo che ci hanno dato sul salario minimo negando che nel nostro Paese esistano 3 milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici (soprattutto loro) poveri al mancato investimento sul tema gigantesco del diritto alla casa. Questo governo è il primo nemico delle famiglie italiane e il principale alleato della denatalità”.
Sempre in riferimento alle famiglie. Cosa pensa della GPA resa reato universale e delle frasi della ministra Roccella sui medici che dovrebbero denunciare i genitori di bambini nati attraverso questa pratica?
“Una legge che è allo stesso tempo un obbrobrio giuridico e uno schiaffo ai diritti delle bambine e dei bambini nati attraverso la GPA, una legge che risponde esclusivamente alla logica di una propaganda feroce. Bene hanno fatto i medici a ribellarsi alla ministra Roccella in nome dell’etica e della deontologia. Noi siamo e saremo al loro fianco e al fianco di tutte le famiglie – eterosessuali e omosessuali – messe nel mirino dal governo”.