Le Lettere

La rabbia dell’Occidente

La rabbia dell’Occidente

Il vertice dei Brics a Kazan ha dimostrato, se ce ne fosse stato bisogno, che la Russia non è affatto isolata, checché ne dicano i giornaloni omologati.
Dino Taddei
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Gentile lettore, il cartello della stampa e delle tv occidentali costituisce un club a mio avviso moralmente criminale e dedito alla disinformazione e omologazione del pensiero. Il cartello ha annotato con fastidio i fatti dirompenti scaturiti dal vertice in Russia. Per esempio che i Brics rappresentano il 45% della popolazione mondiale e il 36% del Pil (parliamo di Pil a parità di potere d’acquisto), mentre il G7 rappresenta il 30% del Pil e appena il 9% della popolazione (e con natalità in forte declino). A un G7 statico i Brics oppongono un forte dinamismo: a Kazan erano presenti 38 Paesi, di cui i 5 fondatori più i 5 che hanno aderito quest’anno (Iran, Egitto, Arabia Saudita, Emirati ed Etiopia) e 28 invitati, di cui una ventina ha chiesto di aderire ai Brics. La Russia non solo non è isolata, ma ha accresciuto grandemente la sua influenza nel mondo, diventando l’alfiere anti Occidente di tutti i Paesi dell’Africa e dell’America latina che soffrono di condizioni post coloniali e vessatorie. A Kazan c’è stato anche uno spettacolare riavvicinamento tra Cina e India con l’incontro di Xi e Modi. E infine, il Segretario generale dell’Onu Guterres ha colloquiato faccia a faccia con Putin, scatenando le inutili ire di Zelensky. Qualche giornale ha insinuato che alla scadenza del mandato Guterres godrebbe di una lauta assunzione da parte della russa Gazprom. Vera o falsa, la notizia è la limpida espressione della rabbia dell’Occidente.