Le Lettere

Il buio dell’informazione

Il fuorionda della Berlinguer su Striscia la notizia dovrebbe far vergognare sia Mediaset sia la Rai.
Ettore Bellini
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Gentile lettore, la Berlinguer ha detto due cose. La prima è: “Per fortuna non sono rimasta in Rai. Oggi non mi farebbero lavorare”. Ed è difficile darle torto. Il sindacato dei giornalisti Rai ha più volte stigmatizzato la parzialità dei Tg e la soppressione delle voci fuori dal coro. Sulla seconda affermazione, “Lavoro con un branco di incapaci”, sarei tentato di non rispondere, perché molti di coloro che lavorano a Mediaset sono stati miei colleghi. Ma voglio esprimere due osservazioni generali. La prima è che nessuna testata, a Mediaset, in Rai o nella carta stampata, è esente dagli “incapaci” se i metodi di assunzione non hanno più nulla a che fare con la meritocrazia ma solo con le clientele e il do ut des tra editori e potentati. Per seconda cosa mi tornano alla mente i fuorionda di Emilio Fede da direttore del Tg4: “Che figura di m….”. Talvolta era vero, sennonché la colpa era di Fede e del suo ossessivo controllo “politico” sulla redazione. Ricordo tra i tanti un servizio che iniziava così: “Forza Italia risponde duramente alle critiche” e poi giù con il comunicato del partito fino alla fine. Quali fossero le critiche non era detto. Buio assoluto. Ma anche nei giornaloni si leggono oggi titoli tipo “La Meloni risponde alle polemiche…” e poi nel pezzo è contenuta solo la difesa meloniana e non una parola per spiegare quali critiche le fossero mosse. Diciamo allora che la Mediaset di cui parla la Berlinguer è solo la metafora del buio, cioè di tutta l’informazione italiana.