È sempre colpa delle toghe rosse. Sembra di essere tornati ai tempi di Silvio Berlusconi, quando ciò che andava male era colpa della magistratura. E proprio nel giorno in cui la Lega protesta proprio contro i giudici per il caso Open Arms, scoppia la rivolta del governo contro la magistratura. Perché quando le cose vanno male – anche se era tutto già previsto – la cosa più facile è scaricare le responsabilità su qualcuno. Magari agitando lo spettro del complotto, come fa la maggioranza di governo dopo la decisione dei giudici di Roma di non convalidare il trattenimento dei 12 migranti portati in Albania.
Disastro annunciato sui centri in Albania, ma le destre gridano al complotto
Dalle destre arriva la solita reazione scomposta, che non risparmia neanche la stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, assicura che il governo andrà avanti con i ricorsi fino alla Cassazione, così come andrà avanti con queste iniziative perché gli hotspot in Paesi terzi come l’Albania, sostiene, diventeranno “diritto europeo” dal 2026. Invece di nascondersi dopo la figuraccia, la maggioranza va all’attacco.
La Lega parla di un’ordinanza “inaccettabile e grave. I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire”. Fratelli d’Italia, in un post su X, mostra le toghe di colore rosso per andare all’attacco: “Assurdo! In aiuto della sinistra parlamentare arriva quella giudiziaria”, scrivono parlando di “magistrati politicizzati”. Si dice “molto stupito” il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, chiede che vengano “rispettate le decisioni del potere esecutivo e legislativo”, mentre “il potere giudiziario deve applicare le leggi”. Che è poi quello che ha fatto. Nell’attacco frontale la più dura è forse la presidente del Consiglio, che parla di decisione “pregiudiziale”.
Ma soprattutto accusa tutti sostenendo che sia “difficile lavorare e cercare di dare risposte quando si ha anche l’opposizione di parte delle istituzioni”. Per lunedì Meloni ha convocato un Consiglio dei ministri “per risolvere questo problema e approvare delle norme per superare quest’ostacolo perché penso non spetti alla magistratura dire quali sono i Paesi sicuri, ma ai governi”. Prima Meloni aveva anche attaccato Pd, M5s e Avs, che hanno chiesto all’Ue di valutare una procedura d’infrazione sull’accordo tra Italia e Albania. “Una vergogna”, attacca.