Più di 200 miliardi tra economia sommersa e attività illegali. Il report dell’Istat sull’economia non osservata nei conti nazionali evidenzia come il valore di tutto ciò che non è dichiarato nel 2022 sia in crescita di 17,6 miliardi. Un aumento del 9,6% rispetto al 2021. L’economia sommersa vale, secondo le stime dell’istituto di statistica, poco meno di 182 miliardi di euro, in crescita di 16,3 miliardi rispetto all’anno precedente. A queste vanno aggiunte le attività illegali che si avvicinano a quota 20 miliardi. Per un totale che supera quindi i 200 miliardi complessivi.
L’economia sommersa e le attività illegali in Italia: i dati Istat
Con questa cifra, l’incidenza dell’economia non osservata (la somma di sommerso e attività illegali) sul Pil si è mantenuta stabile, salendo di poco dal 10,0% al 10,1% e restando di 0,7 punti percentuali al di sotto del dato osservato nel 2019. Fra le diverse sottocomponenti, emerge l’andamento della sotto-dichiarazione, con un aumento dell’11,5% e di 10,4 miliardi rispetto al 2021. Per un valore totale che ha superato i 100 miliardi. Minore, invece, l’incremento del valore connesso all’impiego di lavoro irregolare (+3,7 miliardi di euro a 69,2 miliardi, +5,6% sul 2021) e dalle attività illegali (+1,2 miliardi a 19,8 miliardi, +6,7%).
Per quanto riguarda proprio le unità di lavoro irregolari, sono pari a 2 milioni e 986mila, con un valore stabile rispetto al 2021. Secondo l’Istat, l’aumento di oltre 2 miliardi per le altri componenti è invece riconducibile alla crescita del contributo delle mance, che segue anche l’andamento delle spese per consumi. Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, questi dati sono “sconfortanti e demoralizzanti, non degni di un Paese civile: l’evasione resta una voragine, un burrone dal quale non si vuole uscire, un problema irrisolto di questo Paese. Il lavoro nero è una battaglia persa, dato che nessuno ha mai voluto ancora combatterla”.