“A un anno dall’inizio del conflitto, il rischio di carestia persiste in tutta la Striscia di Gaza. Data la recente ondata di ostilità, ci sono crescenti preoccupazioni che questo scenario possa materializzarsi”. Questo l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che fa notare come “quasi 133 mila persone sono vittima di un’insicurezza alimentare ‘catastrofica’ (il livello più alto – 5 – corrispondente alla carestia)”.
Secondo il comunicato stampa diramato dall’Oms, la situazione – già drammatica – rischia di esplodere: “Il loro numero, senza interventi immediati, è destinato a triplicare da qui ad aprile”. “La violenza ha costretto quasi 2 milioni di persone a spostarsi, ha decimato i mezzi di sussistenza, ha paralizzato i sistemi alimentari, ha distrutto il 70 percento dei campi coltivati, ha gravemente limitato le operazioni umanitarie e ha provocato il collasso dei servizi sanitari e dei sistemi idrici e igienico-sanitari”, dice l’Oms.
Organizzazione che, in conclusione, afferma che al momento “1,84 milioni di persone a Gaza si stanno confrontando con una crisi alimentare e dei mezzi di sostentamento acuta (livello 3 nella nella scala che definisce il grado di insicurezza alimentare). 664 mila persone sono alle prese con un’emergenza umanitaria legata alla carenza alimentare (livello 4). Inoltre, l’arrivo dell’inverno “e l’accesso sempre più limitato all’acqua e ai servizi sanitari probabilmente peggioreranno la malnutrizione acuta, soprattutto nelle aree densamente popolate, dove il rischio di epidemie è già elevato”.