Le Lettere

Il fumo e l’arrosto

Il fumo e l'arrosto

Lì per lì mi era sembrato che la manovra economica non fosse male. Poi si è capito che è tutto fumo e niente arrosto.
Imma Danesi
via email

Gentile lettrice, la Meloni passerà alla storia come la più grande venditrice di fumo, superando Berlusconi che vendeva ghiaccio agli esquimesi. Sì, al primo impatto la manovra sembra orientata a favorire le famiglie del ceto medio (mentre quelle povere se la prendono nel solito posto, ma pazienza, lo sapevamo già). Nella manovra c’è la proroga del pacchetto previdenza (Opzione Donna, Ape sociale, Quota 103), i pensionati saranno depredati dell’adeguamento Istat ma non tutti, perché sulle pensioni minime scatterà un mini incremento del 2,5%, il canone Rai rimane a 70 euro, rimane il bonus 50% sulle ristrutturazioni di casa, confermato il taglietto al cuneo fiscale. Certo, pesa l’aumento delle accise sul diesel, però ci sono due fiori all’occhiello: alla sanità andranno 3,7 miliardi in più (“Cifra record!” dichiara Meloni) e le banche pagheranno una tassa sugli extraprofitti. Oh, che gioia! Ma non passano due minuti ed ecco che le associazioni dei medici insorgono e annunciano sfracelli: hanno scoperto che la “cifra record” è truccata, comprende somme già previste e i nuovi investimenti sono spiccioli. Va be’, ci consoliamo con le banche che dovranno sborsare ben 3,5 miliardi. No, nein, anche qui c’è il trucco: le banche dovranno solo anticipare le tasse che avrebbero dovuto pagare nei prossimi due anni, quindi è un prestito e nei prossimi anni non pagheranno una cippa. E chi ci rimette? Tutti. Però tranquilli, per le armi e i finanziamenti a Zelensky i soldi ci sono.