Zelensky sogna ancora la vittoria, ma gli alleati occidentali vogliono chiudere la guerra il prima possibile

Zelensky sogna ancora la vittoria, ma gli alleati occidentali vogliono chiudere la guerra il prima possibile.

Zelensky sogna ancora la vittoria, ma gli alleati occidentali vogliono chiudere la guerra il prima possibile

Davanti alle telecamere, i leader occidentali continuano a ripetere che “il supporto all’Ucraina andrà avanti fino a quando sarà necessario” e che Kiev riuscirà a trionfare su Mosca. Ma appena si spengono i riflettori e i microfoni, emergono dubbi e timori. Lo ha fatto capire il ministro degli Esteri finlandese, Elina Valtonen, che ha sottolineato il pericolo “reale e crescente” della stanchezza tra gli alleati di Volodymyr Zelensky nell’aiutare l’Ucraina.

Secondo quanto riporta Ukrainska Pravda, Valtonen avrebbe confidato che i Paesi occidentali “sperano sempre più in una qualche forma di risoluzione del conflitto” che non passi necessariamente dal campo di battaglia. Un progetto che, assicura il ministro finlandese, non è campato in aria, visto che alcuni funzionari dei Paesi che supportano l’Ucraina hanno iniziato a discutere, in privato e lontano dai riflettori, delle modalità per raggiungere un cessate il fuoco, cercando di salvaguardare quanto più territorio ucraino possibile, nonostante le forze di Putin occupino circa un quinto dell’ex repubblica sovietica. Il problema, secondo il ministro finlandese, è anche – ma non solo – il devastante conflitto in Medio Oriente, che inevitabilmente distoglie l’attenzione della comunità internazionale e sottrae risorse.

Zelensky sogna ancora la vittoria, ma gli alleati occidentali vogliono chiudere la guerra il prima possibile

Un altro fattore da tenere in considerazione è la constatazione che le sanzioni che avrebbero dovuto piegare la Russia di Vladimir Putin, rendendo insostenibile il costo del conflitto, si sono rivelate molto meno efficaci di quanto sperato. Anzi, sembrano aver creato più problemi a chi le ha imposte che a chi le sta subendo. Non meno importante è il fatto che l’invasione dell’Ucraina, contrariamente alle aspettative, non ha causato l’atteso isolamento diplomatico della Russia. Al contrario, Mosca ha cambiato partner commerciali e stretto alleanze militari sempre più solide. Proprio in merito alle relazioni tra Mosca e il resto del mondo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha spiegato che “la Russia non è isolata.

Ed è molto difficile isolare qualsiasi Paese nel mondo moderno, specialmente uno Stato come la Federazione Russa”, che è “parte integrante del dialogo internazionale e sostiene relazioni basate sul rispetto reciproco”. Si tratta di parole tutt’altro che vuote. Infatti, poco dopo si è tenuto un vertice tra la Russia e la Cina per discutere di accordi sulla difesa e rafforzare i reciproci legami militari. “I dipartimenti militari di Russia e Cina sono uniti nelle loro valutazioni dei processi globali e hanno una comprensione comune di ciò che è necessario fare nella situazione attuale”, ha dichiarato il ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, al termine dell’incontro con il vicepresidente della Commissione militare centrale cinese, Zhang Youxia.

L’esercito di Kiev è allo stremo e Zelensky corre ai ripari

In tutto questo, Zelensky domani presenterà il suo progetto di pace, letteralmente denominato “Piano della Vittoria” dell’Ucraina, alla Verkhovna Rada, ossia il Parlamento di Kiev. Stando a quanto trapela, il documento prevede ulteriori richieste di fondi e armi all’Occidente, il via libera all’uso di armi a lunga gittata per colpire in Russia e anche non meglio specificati “passi diplomatici”. Il problema è che la situazione al fronte peggiora di ora in ora, al punto che l’esercito ucraino sembra sempre più vicino alla capitolazione. Come accade ormai da settimane, l’esercito russo continua ad avanzare senza incontrare grande resistenza.

Al momento, le truppe di Putin sono penetrate nella città di Toretsk, nella regione di Donetsk, e, secondo l’addetta stampa del gruppo tattico-operativo “Lugansk”, Anastasia Bobovnikova, “stanno distruggendo intere aree con l’artiglieria”. Poco alla volta, anche l’amministrazione Zelensky sembra prendere coscienza delle crescenti – e apparentemente insormontabili – criticità, al punto che, pur di ottenere il sostegno richiesto agli alleati nel “Piano di Pace”, si spinge a descrivere una situazione al fronte molto meno critica di quanto sia realmente.