A Taiwan giurano che fino ad oggi non avevano mai visto nulla di simile. E c’è da crederci visto che l’isola, in appena 24 ore, ha rilevato un record di 153 aerei da guerra cinesi che hanno preso parte alla ‘Joint Sword 2024/B’, l’esercitazione con cui Pechino ha voluto inviare un “severo avvertimento” alla leadership di Taipei per “atti separatisti delle forze indipendentiste”.
Impressionante il numero di mezzi impiegati da Pechino che, secondo il ministero della Difesa di Taipei, ha schierato aerei da combattimento, droni, navi da guerra e unità della guardia costiera per circondare l’isola ribelle.
Parlando con i media a Taipei, il premier Cho Jung-tai ha fatto notare che le manovre militari cinesi sono avvenute “senza preavviso” e ciò avrebbe potuto causare “gravi disturbi alla pace e alla stabilità nell’intera regione”. Secondo Jung-tai “le esercitazioni della Cina non solo influenzano il vicinato di Taiwan, ma hanno riflessi anche sull’intero diritto di navigazione internazionale e sullo spazio aereo e marittimo, attirando così l’attenzione di altri Paesi”.
Il governo di Taiwan respinge le rivendicazioni sulla sovranità di Pechino, secondo cui l’isola è parte “inalienabile” e “sacra” del suo territorio destinata alla riunificazione anche con la forza, affermando che solo la popolazione dell’isola può decidere il proprio futuro.