Bankitalia smonta la propaganda meloniana sul lavoro e i salari

Bankitalia certifica che le retribuzioni contrattuali a giugno risultavano inferiori in media dell’8% rispetto ai livelli del 2021.

Bankitalia smonta la propaganda meloniana sul lavoro e i salari

Sul governo che, dalla premier Giorgia Meloni al ministro Giancarlo Giorgetti, si pavoneggia per un’occupazione che cresce, arriva la doccia gelata di Bankitalia. La seconda in pochi giorni, dopo aver via Nazionale certificato per quest’anno una crescita asfittica allo 0,8%.

“Segnali di rallentamento per il mercato del lavoro dove il numero di occupati ha continuato a salire, ma le ore lavorate sono diminuite, in special modo nell’industria in senso stretto”. Lo scrive la Banca d’Italia nel bollettino economico secondo cui la flessione del tasso di partecipazione, proseguita anche nei mesi estivi, ha contribuito alla discesa di quello di disoccupazione.

Il tasso “pari al 7,7 per cento nella media dello scorso anno, scenderebbe al 6,7 per cento nel 2024 e al 6,3 in media nel biennio successivo”. Nel triennio 2024-2026 “l’occupazione continuerebbe a crescere a ritmi inferiori a quelli osservati nel 2023”.

Da Bankitalia doccia gelata sui salari: a giugno erano inferiori all’8% rispetto al 2021

Le retribuzioni contrattuali nel settore privato non agricolo in Italia sono salite del 4,2% su base annua nel secondo trimestre 2024, e la dinamica “continuerebbe a essere sostenuta nei mesi autunnali, per via degli aumenti già definiti negli accordi recentemente siglati”.

Tuttavia, nota Bankitalia, le retribuzioni di fatto, seppure in netta accelerazione (al 3,4%, dall’1,9), “sono cresciute meno di quelle contrattuali”, queste ultime trainate dall’industria e con adeguamenti meno marcati nei servizi. “Alla fine di giugno – nota poi Bankitalia – le retribuzioni contrattuali in termini reali rimanevano comunque in media inferiori dell’8% circa rispetto ai livelli del 2021”.