Carlo Calenda rompe il fronte comune delle opposizioni impegnate nel braccio di ferro per l’elezione del nuovo giudice della Corte Costituzionale e corre in soccorso della maggioranza. L’annuncio è arrivato ieri con un video pubblicato su Whatsapp: “La persona che vuole nominare la Meloni alla Consulta non è un pericoloso fascista, è un professore di diritto costituzionale che ha lavorato con la sinistra, con Zingaretti, e ha lavorato al premiato con la destra” esordisce Calenda, riferendosi a Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi, padre della riforma del premierato.
Calenda: “Niente più Aventino per noi”
“È rischioso perché deve giudicare sul premierato forse? No, non lo è perché si deve astenere nel caso in cui il premierato venisse esaminato dalla Corte costituzionale”, continua il segretario di Azione. “Ieri noi abbiamo dato un segnale di compattezza, e quindi siamo usciti, ma non si può andare avanti così perché la Corte costituzionale rischia di non poter più funzionare da dicembre in poi. Ci sono quattro giudici da nominare, il governo deve dimostrare un minimo di apertura verso le opposizioni e le opposizioni la devono piantare di fare l’Aventino, noi la finiremo perché così non si va avanti”, ha sentenziato.
Bonelli: “Dovrebbe interrogare più sé stesso che noi”
A strettissimo giro di posta la risposta dell’Avs Angelo Bonelli: “Abbiamo fatto bene ieri (martedì, ndr) a non entrare in Aula, abbiamo evidenziato la debolezza della maggioranza e, come dire, messo ai margini una candidatura che è in palese conflitto di interessi. La tecnicalità di non essere entrati in aula si è giustificata per aver difeso l’autonomia di un organo di garanzia come la Corte Costituzionale”. “Intanto ieri Calenda ha fatto come noi e quindi c’è poco da dire”, ha continuato il portavoce dei Verdi, “Ha condiviso con noi una scelta. Del resto noi non l’abbiamo fatto l’Aventino sulla Rai, Calenda l’ha fatto… Quindi è un problema che forse dovrebbe interrogare più sé stesso che noi”.
Si fa vivo anche Renzi
Sulla questione è intervenuto anche Matteo Renzi: “Sulla Consulta la strategia di stare fuori dall’Aula stavolta ha pagato perché al di là del risultato ha mostrato che il metodo dell’arroganza non funziona. Una proposta alla maggioranza: riunitevi. Date una terna di nomi di qualità all’opposizione. E votiamo insieme i giudici della Consulta. Fatelo se non volete perdere anche la prossima chiama. E la prossima faccia”, ha scritto nella sua Enews.