Le Lettere

Il ritorno dei gladiatori

Ho visto Meloni e Salvini in sinagoga per commemorare le vittime israeliane del 7 ottobre 2023. E le 42.000 vittime palestinesi? E i 18.000 bambini massacrati dagli israeliani? Come possono i nostri politicanti andare a omaggiare un Paese così? E c’era anche Vespa!
Maria Lallini
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Gentile lettrice, Vespa non manca mai quando si celebrano le liturgie del potere: in fondo è il suo vero mestiere, e sappiamo che il potere sionista è oggi il più grande e pericoloso al mondo, perché controlla Stati Uniti ed Europa. Quanto ai politici, quello è il loro posto e svolgono il loro ruolo di servi e sciacalli. Rappresentano fedelmente la degenerazione delle democrazie liberali, che sono divenute autoritarismi. La mia teoria, o direi piuttosto la mia osservazione oggettiva, è che tutto l’Occidente è deragliato da tempo. La guerra in Ucraina, con il conseguente slancio russofobo e il rifiorire di mai defunte pulsioni estremiste, lo ha mostrato. Poi, il plauso generalizzato del massacro palestinese per mano degli israeliani lo ha definitivamente comprovato. Quando lo Stato ebraico ammazza migliaia di bambini e i nostri giornali parlano di azioni “spettacolari” di Israele, allora significa che siamo nel fondo più buio della grotta: siamo tornati ad essere la massa bestiale della plebaglia romana animata da istinti viscerali, che dagli spalti del Colosseo gode dei morti ammazzati, elogia il gladiatore più forte e deride il più debole che soccombe in un lago di sangue con il torace sfondato da un tridente. Da lì veniamo, noi occidentali, e lì siamo tornati.