L'Editoriale

Una mossa inConsulta

Una mossa inConsulta

Con il Piano di Bilancio del governo che continua ad incassare una bocciatura dietro l’altra – le ultime in ordine di tempo da Bankitalia e dai tecnici del Parlamento (Upb) – ci mancava pure la figuraccia rimediata ieri a Montecitorio dal centrodestra, dove le Camere riunite in seduta congiunta hanno partorito l’ottava fumata nera nell’elezione del giudice costituzionale vacante ormai da mesi. Il blitz, organizzato in gran segreto via chat nei giorni scorsi, ma finito praticamente su tutte le prime pagine dei quotidiani nazionali (in Fratelli d’Italia è ancora caccia alla talpa), è naufragato miseramente ai piedi dell’Aventino delle opposizioni. Che, non partecipando al voto, hanno lasciato la maggioranza sola e senza i numeri necessari a spedire il consigliere giuridico della premier Meloni, Francesco Saverio Marini, padre della riforma del premierato, nonché estensore di numerosi provvedimenti legislativi del governo, e per questo in evidente conflitto di interessi: da giudice della Consulta, infatti, si troverebbe a giudicare su una serie di atti e provvedimenti tali da sconsigliare, per ragioni di opportunità, la sua nomina.

Dall’ammissibilità dei referendum contro l’Autonomia (targata Lega) e per la modifica della legge sulla cittadinanza, per esempio, ma anche sui ricorsi a quo avanzati in sede giudiziaria contro altre riforme varate dall’attuale governo, come la discussa abolizione del reato di abuso d’ufficio. Tutte misure care all’attuale maggioranza. Ma l’avventata forzatura delle regole e delle prassi costituzionali, che sui ruoli di garanzia per i quali è prevista una maggioranza qualificata (in questo caso i tre quinti dei voti degli aventi diritto) imporrebbe un’intesa con le opposizioni, dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, l’approccio scomposto e sgrammaticato sul piano istituzionale di una maggioranza che tratta, evidentemente, anche i ruoli istituzionali e di garanzia come terra di conquista per convenienza politica. Se questa è la nuova egemonia culturale che aveva in mente la destra, Dio ce ne scampi. Ma, soprattutto, salvi la Costituzione.