Fallito il blitz delle destre per eleggere il giudice della Consulta. Le opposizioni unite disertano il voto e costringono la maggioranza a votare scheda bianca

Consulta, fallito il blitz delle destre per eleggere il giudice. L'Aventino delle opposizioni costringe la maggioranza a votare scheda bianca

Fallito il blitz delle destre per eleggere il giudice della Consulta. Le opposizioni unite disertano il voto e costringono la maggioranza a votare scheda bianca

Alla fine, il blitz del centrodestra per eleggere un giudice della Consulta si è concluso con un nulla di fatto. Davanti al Parlamento riunito in seduta comune per l’ottavo scrutinio, in cui è necessaria la maggioranza dei tre quinti dei componenti dell’Assemblea, e alla decisione delle opposizioni di non partecipare al voto, la maggioranza ha battuto in ritirata e votato scheda bianca.

Il nome su cui puntavano Giorgia Meloni & Co per succedere a Silvana Sciarra, il cui mandato è terminato a novembre dello scorso anno, era quello di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della presidente del Consiglio e autore della riforma sul premierato. Proprio la presunta vicinanza alla premier aveva dato il via allo scontro con le opposizioni, che accusavano la maggioranza di considerare le istituzioni e gli organi di garanzia come “cosa loro”.

Consulta, esultano le opposizioni

“Quello che sta facendo la premier Giorgia Meloni è una prova di forza che politicizza un organo di garanzia. È la testimonianza della sua concezione proprietaria delle istituzioni”. È quanto afferma Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata del PD, intervenendo a L’Aria che tira su La7. “Oggi è l’ottava volta — ha aggiunto — in cui il Parlamento è convocato in seduta comune per eleggere un giudice della Corte costituzionale e la prima in cui apprendiamo dai giornali che la maggioranza ha deciso di votarsi un proprio membro. La Consulta è un’istituzione di tutti, non un organo politicizzato. Chi viene eletto deve essere super partes”. E ancora: “La persona scelta è un consulente in carica della presidente del Consiglio, che tra qualche giorno, se eletto, dovrà pronunciarsi sul ricorso delle regioni contro l’autonomia differenziata. È assurdo, anomalo, e per questo abbiamo deciso di non partecipare alla votazione”.

Esulta anche la segretaria del PD, Elly Schlein, che, dopo la retromarcia della maggioranza, spiega: “Abbiamo appreso dalla stampa che avevano un nome e volevano tirare dritto senza nemmeno avvertire le opposizioni. Dopo il passaggio di oggi, in cui la nostra compattezza li ha fermati, mi aspetto che si apra il dialogo. Poi vedremo come andrà”.