L'Editoriale

Due guerre e due misure

Due guerre e due misure

Nell’ipocrita vuoto pneumatico di Stati Uniti e Unione Europea, che mentre farneticano di fantomatiche iniziative diplomatiche per risolvere la crisi mediorientale continuano a finanziare (e ad armare) per decine di miliardi Israele, cioè la democrazia che, nell’ultimo anno, ha provocato 42mila morti nella Striscia di Gaza, ha bombardato Libano, Yemen, Iraq e Siria e si appresta a fare altrettanto con l’Iran, finirà che persino il Papa, l’unico capo di Stato a spendere parole chiare sulla pace, sarà accusato di intellighènzia con il nemico.

Cioè con tutti tranne Israele, il buono per definizione. Ricordando che “un anno fa è divampata la miccia dell’odio… deflagrata in una spirale di violenza”, Bergoglio ha messo il dito nella piaga. Additando i colpevoli: la “vergognosa incapacità della comunità internazionale e dei Paesi più potenti di far tacere le armi e di mettere fine alla tragedia della guerra”. Ed è toccato sempre al Pontefice ricordare un’ovvietà che i potenti di cui sopra fingono evidentemente di ignorare: “Il sangue scorre, come le lacrime la rabbia aumenta, insieme alla voglia di vendetta, mentre pare che a pochi interessi ciò che più serve e che la gente vuole: dialogo, pace. Non mi stanco di ripetere che la guerra è una sconfitta. Che le armi non costruiscono il futuro ma lo distruggono, che la violenza non porta mai pace. La storia lo dimostra eppure anni e anni di conflitti sembrano non aver insegnato nulla”.

Così, per ogni capo ucciso, Hamas ne sforna un altro che lo sostituisce. E mentre le bombe israeliane continuano a devastare il Medio Oriente, tra le macerie della Striscia di Gaza, i bambini sopravvissuti, oggi, alla strage delle proprie famiglie saranno, domani, le nuove leve e i più agguerriti miliziani del terrorismo che Netanyahu non sta facendo altro che alimentare. Con la sua risposta sproporzionata al vile attacco del 7 ottobre che, in un’escalation di odio e violenza, sta allargando pericolosamente il fronte in tutta la regione. Ciononostante, malgrado l’invasione di uno Stato sovrano (il Libano), l’Occidente non batte ciglio: niente sanzioni, nessuna condanna. A differenza di quanto accaduto con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Due pesi e due misure. Ma i morti sempre morti restano.