Israele celebra il primo anniversario della strage del 7 ottobre e intanto martella la Striscia di Gaza e il Libano

Israele celebra il primo anniversario della strage del 7 ottobre e intanto martella la Striscia di Gaza e il Libano

Israele celebra il primo anniversario della strage del 7 ottobre e intanto martella la Striscia di Gaza e il Libano

Oggi è il primo anniversario dell’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas nello Stato ebraico, il più mortale nella storia del Paese, che ha dato il via alla guerra nella Striscia di Gaza e in Medio Oriente. Un evento particolarmente atteso con in Israele che si stringe attorno alle famiglie delle vittime e a quelle degli ostaggi, con commemorazioni e raduni per ricordare l’attacco che andranno avanti per tutta la giornata.

Durante le celebrazioni, il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha invitato il mondo a “sostenere Israele nella sua lotta contro i suoi nemici”, spiegando che il 7 ottobre 2023 lascia “una cicatrice sull’umanità e sulla faccia della Terra”. Qualcosa di cui “il mondo deve rendersene conto e comprendere che per cambiare il corso della storia e portare pace e un futuro migliore alla regione, deve sostenere Israele nella sua lotta contro i suoi nemici”, ha concluso il presidente israeliano.

Israele celebra il primo anniversario della strage del 7 ottobre e intanto martella la Striscia di Gaza e il Libano

Ma quella di oggi è anche la giornata delle proteste con centinaia di persone, tra cui molte famiglie degli ostaggi, che si sono radunate fuori dalla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, ribadendo la richiesta di un accordo con i terroristi palestinesi di Hamas per riportare i loro casi a casa. Peccato che al momento le autorità di Tel Aviv non stiano minimamente parlando di negoziati e trattative, preferendo continuare a martellare la Striscia, colpendo obiettivi di Hamas, e il Libano, riducendo enormemente le capacità combattive di Hezbollah.

Nella Striscia, l’esercito israeliano ha colpito l’ospedale di al-Aqsa, a Deir al-Balah, nella parte centrale di Gaza, sostenendo che era diventato la base di un “centro di comando e controllo” di Hamas, senza fornire alcuna prova. Al Jazeera ha riferito che 11 persone sono rimaste ferite nell’attacco, che ha preso di mira le tende degli sfollati che si erano rifugiati nei terreni dell’ospedale. Non è stato possibile verificare nessuno dei due resoconti poiché Israele non consente ai giornalisti stranieri di entrare a Gaza, riferisce il Guardian. L’ospedale, l’unico funzionante nella parte centrale di Gaza, è già stato bersaglio di molteplici attacchi mortali israeliani, l’ultimo dei quali alla fine del mese scorso.

Quasi in contemporanea Israele ha colpito anche vicino a Birut, la capitale del Libano, causando la morte di almeno dodici persone nei villaggi di Kayfoun e Qmatiye. A dichiararlo è il ministero della Sanità libanese, ricordando che i due villaggi, sulle montagne che sovrastano la capitale, ospitano sfollati. Il Comitato sanitario islamico di Hezbollah ha inoltre smentito le notizie secondo cui l’attacco a Qmatiyeh avrebbe preso di mira uno dei suoi centri ed ha aggiunto che le sue squadre di soccorso stanno effettuando operazioni sul luogo del raid, che sarebbe un edificio residenziale.

Razzi di Hamas e Hezbollah colpiscono in Israele

Dal canto loro, i terroristi non sono rimasti a guardare. Poco dopo l’inizio delle commemorazioni, quattro razzi sono stati sparati verso Israele dalla Striscia di Gaza meridionale. A darne notizia è l’esercito israeliano secondo cui tre missili sono stati intercettati dall’aeronautica israeliana mentre uno è caduto in campo aperto.

Ben più grave, invece, la situazione al fronte nord. Qui Hezbollah ha sparato diversi razzi che hanno colpito Haifa, la terza città d’Israele, causando il ferimento di 10 persone. I miliziani libanesi hanno dichiarato di aver preso di mira una base militare a sud di Haifa con una salva di missili “Fadi 1”. Due di questi razzi hanno colpito la città. Dichiarazioni che sono state confermate dalle autorità israeliane che hanno annunciato un’inchiesta per capire come mai il sistema di difesa antiaereo, ritenuto uno dei migliori al mondo, non è stato in grado di intercettare i missili in arrivo su Haifa.