Benvenuti nel Far West della Capitale, dove la legge del più forte si fa strada tra le pieghe di un tessuto sociale sempre più lacerato. L’ultimo episodio di questa saga western all’amatriciana ci porta in via Silicella, periferia sud-est di Roma, dove il presidente del Municipio VI, Nicola Franco di Fratelli d’Italia, ha deciso di indossare i panni dello sceriffo e chiamare a raccolta i suoi cittadini. L’obiettivo? Un centinaio di disperati, tra cui venti minori, che hanno osato cercare riparo in un albergo abbandonato. Il loro crimine? Essere poveri e senza casa in una città che si prepara al Giubileo come fosse un concorso di bellezza, dove la miseria va nascosta sotto il tappeto e i problemi sociali risolti a colpi di ruspa.
Franco non si è limitato a invocare lo sgombero: ha aizzato la folla, invitando i cittadini a “scendere in strada per cacciare gli occupanti”. Un invito alla giustizia fai da te che fa rabbrividire, ma che ben si sposa con il clima da stato di polizia che si respira in questi giorni, con il Ddl Sicurezza che promette di trasformare l’Italia in un grande laboratorio sulla legge e l’ordine. Ma la domanda sorge spontanea: è questa la soluzione? È questa la sicurezza, travestita da vendetta? In questo scenario da basso impero, c’è chi sogna una città ripulita per il Giubileo, come se la povertà fosse polvere da nascondere sotto il tappeto. E allora, caro Franco, invece di giocare allo sceriffo, perché non provi a fare il presidente di Municipio che si occupa dei problemi anziché crearne di nuovi? Basterebbe una telefonata ai suoi colleghi di partito, no?