Era prevedibile che, dopo il suo primo discorso incentrato sul riarmo degli Stati occidentali e sul supporto all’Ucraina, il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte, volasse a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky e incoraggiarlo in vista di quello che si prospetta come un “inverno difficile”. E così è stato: il leader del Patto Atlantico, appena giunto nella capitale ucraina, ha subito fatto capire che sotto la sua guida si procederà rapidamente verso l’ingresso dell’ex repubblica sovietica nell’Alleanza. “Sono qui a Kiev per mostrare il sostegno della Nato all’Ucraina”, ha dichiarato Rutte.
“Era importante venire a Kiev per chiarire al popolo ucraino e a tutti quelli che ci osservano che la Nato è al fianco dell’Ucraina”, ha proseguito, aggiungendo che il Paese guidato da Zelensky “è più vicino che mai alla Nato e che continueremo su questo percorso finché non diventerà un membro effettivo dell’Alleanza”, sottolineando di essere “pienamente favorevole” a tale ingresso. Durante l’incontro, il presidente ucraino ha presentato a Rutte il suo “Piano per la vittoria” sull’Ucraina contro la Russia, definendolo come l’unica soluzione al conflitto in corso da ormai tre anni.
Un progetto che l’Amministrazione americana di Joe Biden ha accolto con scetticismo, tanto che il Pentagono lo ha sostanzialmente bocciato per quella che ha definito “una totale mancanza di strategia a lungo termine”. Al contrario, però, Rutte sembra aver apprezzato il piano. Secondo indiscrezioni, il progetto non includerebbe sostanziali passi diplomatici, ma punterebbe sul consueto aumento della consegna di armi da parte degli alleati e sull’uso di tali armamenti per colpire il suolo russo. Una richiesta che gli Stati Uniti hanno già respinto, causando divisioni anche all’interno dell’Unione Europea tra i Paesi favorevoli e quelli, come l’Italia, che hanno preferito temporeggiare.
Zelensky chiede di più a Rutte e agli alleati: “Intercettate i missili in arrivo come già fate in Medio Oriente”
Rutte, come già avvenuto con l’ex segretario Nato Jens Stoltenberg, si è detto favorevole all’eliminazione delle restrizioni sull’uso in territorio russo dei missili occidentali. “Innanzitutto, l’Ucraina ha il diritto di difendersi, e il diritto internazionale è dalla parte dell’Ucraina. Questo diritto non si ferma ai confini nazionali. La Russia sta portando avanti questa guerra illegale e ciò significa che colpire caccia e missili russi prima che possano essere utilizzati contro le infrastrutture civili ucraine può salvare vite umane”, ha dichiarato Rutte durante la conferenza stampa a Kiev con Zelensky.
Il segretario generale della Nato ha poi voluto sottolineare che “l’unico Paese che ha infranto una linea rossa non è l’Ucraina. È la Russia che ha iniziato questa guerra. Allo stesso tempo, spetta a ciascun alleato determinare il proprio sostegno all’Ucraina. So che alcune di queste discussioni sono in corso, ma alla fine non spetta alla Nato, bensì a ciascun alleato decidere quali restrizioni imporre sulle armi da fornire all’Ucraina”. Il faccia a faccia è servito a Zelensky anche per lamentare il doppio standard dell’Occidente tra il sostegno militare diretto fornito a Israele e la forma di difesa passiva adottata nei confronti dell’ex repubblica sovietica.
Esprimendo il suo disappunto, Zelensky ha affermato: “Per quanto riguarda la Nato, siamo concentrati sull’ottenere l’invito a entrare a far parte dell’Alleanza. Si tratterebbe di un passo molto importante, ma anche molto difficile da raggiungere”. Ha poi lanciato un messaggio, apparentemente polemico, a Biden e agli altri alleati, aggiungendo che chiede “che i missili che sorvolano l’Ucraina vengano abbattuti”, come accade nel caso di Israele.
Inverno gelido
La situazione al fronte, nonostante l’ottimismo mostrato da Kiev, è tutt’altro che rosea. L’Ucraina è in forte difficoltà a causa degli sciami di droni e missili che l’esercito di Vladimir Putin continua a lanciare ogni giorno. Per questo motivo, il governo ucraino, temendo che la Russia colpisca le sue infrastrutture energetiche, ha chiesto all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) di inviare osservatori stranieri nelle centrali nucleari, così da scoraggiare eventuali attacchi.
Secondo quanto dichiarato da Zelensky il 24 settembre, Putin starebbe pianificando di colpire tre centrali elettriche, senza specificare quali, e per questo è necessario agire tempestivamente.