Il settore edilizio è ripartito grazie al Superbonus. Una rivoluzione certificata dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, in un report che evidenzia come la spesa per investimenti in costruzioni nel 2023 abbia raggiunto livelli nettamente superiori al periodo pre-pandemico. In particolare, il settore ha vissuto una ripresa dopo un ciclo depressivo ritenuto estremamente lungo, grazie al “boost” del Superbonus e dei bonus edilizi.
Così è stato raggiunto il “livello più alto degli ultimi dieci anni” per il sistema edile. Lo scorso anno, infatti, la spesa per investimenti in costruzioni ha raggiunto i 222 miliardi di euro, contro i 143 del 2019. La spesa per il Superbonus nel periodo tra l’agosto del 2020 e l’agosto del 2024 ha raggiunto i 119,5 miliardi di euro, con spese ammesse a detrazioni per 117 miliardi e interventi realizzati su quasi 500mila edifici. Il 66% della spesa ha riguardato condomini. Nei primi otto mesi del 2024 la spesa, con la riduzione delle detrazioni al 70%, si è attestata a 15,4 miliardi, ma è ora destinata a ridursi considerevolmente.
Edilizia, senza il Superbonus un futuro incerto
Si è infatti passati da una spesa media mensile da gennaio a marzo di oltre 4 miliardi, ai soli 349 milioni di aprile e addirittura ai 59 milioni ad agosto. Il Consiglio nazionale degli ingegneri definisce “discutibili” le modalità attraverso le quali il governo ha cercato di disincentivare l’uso del Superbonus, considerando sbagliato anche trascinare la misura criticandola ma non interrompendone l’accesso. Creando inoltre cantieri la cui attività si è interrotta o rischia di essere interrotta a causa dell’incertezza normativa.
Tra ottobre del 2020 e aprile del 2024, i bonus edilizi con cessione del credito o sconto in fattura ammontano a 219 miliardi, di cui 160 legati al Superbonus e al Sismabonus. A novembre 2023, ricorda il Consiglio nazionale degli ingegneri, il governo parlava di 135 miliardi di crediti incagliati, ma non ci sono “dati ufficiali” su questo aspetto. E per quanto riguarda le irregolarità sui bonus, riguardano – secondo la Guardia di finanza – circa 15 miliardi, di cui solo il 5% riguardanti il Superbonus.
Elementi che spingono a considerare il Superbonus distorsivo e inefficace, non considerando invece tantissimi elementi di valutazione. Mancando, inoltre, una “valutazione complessiva dei reali effetti della spesa” per il Superbonus, sottolineano ancora gli ingegneri. E ignorando completamente il contributo degli interventi sul patrimonio edilizio, fondamentali non solo sul fronte del risparmio energetico, ma anche su quello dell’occupazione e del gettito fiscale.