Il Cdr dell’Agi torna sulle barricate contro la cessione: “Vogliamo chiarezza sul nostro futuro”

I giornalisti dell'Agi chiedono garanzie sul futuro dopo le voci di vendita agli Angelucci. Il CdR: "Pronti a nuovi scioperi".

Il Cdr dell’Agi torna sulle barricate contro la cessione: “Vogliamo chiarezza sul nostro futuro”

Chiarezza sul futuro dell’agenzia di stampa Agi. A chiederlo sono gli stessi giornalisti della testata, che lamentano il silenzio dell’editore – cioè l’Eni -, sparito dopo le voci sulla possibile cessione al gruppo del parlamentare leghista Antonio Angelucci. Una vendita scongiurata (forse) solo per il clamore suscitato anche a livello europeo dalla paventata concentrazione nelle mani del politico di destra di una potenza editoriale di fuoco inaudita (possiede già Libero, Il Tempo e il Giornale), che sarebbe divenuta insopportabile con l’aggiunta della storica agenzia.

Agi, l’appello del Cdr all’Eni

“Il Cdr torna a chiedere al proprio editore – da 50 anni garanzia di pluralismo e indipendenza – di fare chiarezza sull’ipotesi di cessione dell’agenzia di stampa di cui si discute ormai da quasi un anno”, ha scritto il Comitato di redazione. “Per tutto il 2024 – continua il Cdr – il corpo redazionale si è battuto con dignità e determinazione – con scioperi ed iniziative di mobilitazione – contro la prospettiva di vendita della testata al gruppo editoriale riconducibile al parlamentare Antonio Angelucci, ravvisando il rischio di una anomalia unica in Europa nell’ambito delle fonti di informazione primaria. La posizione ufficiale dell’editore è stata resa nota attraverso un comunicato stampa in cui si spiegava che era pervenuta ‘una manifestazione di interesse non vincolante e non sollecitata’, dopodiché non è stata fornita alla redazione alcuna altra informazione”, aggiunge.

I giornalisti dell’Agi – che sin dall’inizio dell’intera vicenda hanno chiesto una procedura trasparente con relativa gara qualora l’editore intenda proseguire sulla strada della vendita – hanno il diritto di ricevere risposte sugli eventuali sviluppi della manifestazione di interesse e, soprattutto, sul loro futuro lavorativo: in assenza, il Cdr – si legge ancora nella nota – è pronto a nuove iniziative di mobilitazione”.

La solidarietà di M5s e Pd

Solidarietà ai giornalisti è arrivata dall’opposizione: “Mi associo alle preoccupazioni dei giornalisti dell’agenzia di stampa Agi sul loro futuro e sugli assetti editoriali dell’azienda e mi impegno a vigilare anche da Bruxelles sui profili di concentrazione editoriale e di conflitto d’interessi che emergerebbero della cessione dell’agenzia a un gruppo come quello fondato dal deputato Angelucci. La libertà di informazione è a rischio in tutta Europa ed è nostro dovere di rappresentanti dei cittadini salvarla da chi la vuole piegare a interessi di parte”, ha dichiarato da Bruxelles l’europarlamentre M5s, Gaetano Pedullà.

“Esprimiamo convinta preoccupazione per l’indeterminatezza della situazione e ci uniamo alla richiesta della redazione di avere dall’editore, Eni, risposte chiare e trasparenti sul futuro della testata”, ha aggiunto il dem Sandro Ruotolo, “L’editore ponga fine a questo soffocante silenzio degli ultimi sei mesi e dia certezze di futuro a una realtà giornalistica che da oltre mezzo secolo rappresenta un punto di riferimento quotidiano nel panorama informativo nazionale”, conclude.