Le Lettere

Stragi democratiche

Ma è lecito che Israele per colpire un nemico, sia pure importante come Nasrallah, lanci tonnellate di bombe su palazzi abitativi, facendo strage di civili? È possibile che non un solo giornale esprima un po’ di sdegno?
Mino Contini
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Gentile lettore, prima con la guerra in Ucraina e ora con i massacri a Gaza e in Libano si è rivelata la vera natura della stampa “libera e democratica”. Non è né libera né democratica: è un feroce strumento di propaganda al servizio dei poteri supremi, Usa e Israele. Noi Paesi “di mezzo” siamo colonie dell’impero sionista-americano. Non c’è governante europeo che abbia pur timidamente stigmatizzato le stragi israeliane, mentre sono tutti pronti a indignarsi se muore un civile sotto i colpi russi. I falsi valori che “esportiamo” con le bombe – democrazia, giustizia, umanesimo – hanno due facce: una per gli amici, l’altra per chi non si sottomette all’Impero del Male. Perfino i lettori di Repubblica (foglio filo-Usa e filoisraeliano al pari di molti altri) cominciano a protestare. In un articolo sull’uccisione di Nasrallah compaiono non pochi commenti polemici. Per brevità ne cito solo tre. Il primo: “Ma è normale che Repubblica vada in brodo di giuggiole a ogni ecatombe non provocata dalla Russia? Inizio a sentirmi a disagio”. Un altro: “Questo articolo senza una parola di pietà per centinaia di civili ammazzati è un oltraggio all’umanità”. E infine: “I media di corte per i modesti bombardamenti russi che fanno meno vittime di un ciclista ubriaco urlano ai crimini contro l’umanità. Ora che Israele compie mattanze si parla di azioni ‘spettacolari’. Ma dove siamo?”