La crisi era nell’aria. Lo era per l’andamento generale del settore auto, come dimostra il caso Volkswagen. A cui si aggiunge la situazione difficile nel Nord America. E così Stellantis è costretta ad annunciare un taglio della guidance 2024, rivedendo al ribasso le stime di profitto.
Il margine operativo sarà tra il 5,5% e il 7%, con un flusso di cassa industriale negativo tra 5 e 10 miliardi di euro. Insomma, meno profitti e di conseguenza meno dividendi. L’annuncio pesa in Borsa, con il titolo Stellantis che a Piazza Affari è crollato del 14,72%, portandosi sotto i 13 euro per azione, ai minimi da due anni. La perdita in Borsa è ormai continua e va avanti da mesi, tanto da essere scesa da quasi 70 miliardi a poco più di 35.
Stellantis, le ragioni della crisi
Che la situazione di Stellantis fosse complicata si era ormai capito da tempo. Lo dimostra, guardando all’Italia, il continuo calo della produzione con le crisi di quasi tutti gli stabilimenti nel nostro Paese, alle prese con cassa integrazione e chiusure. La speranza del gruppo era di risentire meno della crisi generale del settore automotive, grazie a uno spostamento minore del gruppo verso l’elettrico.
Stellantis sperava che il rallentamento delle vendite la toccasse quindi in misura minore. Ma il circa 30% di immatricolazioni in meno registrato ad agosto dice l’esatto opposto ed è un dato eloquente, che peraltro non riguarda solo l’Europa. Perché, infatti, la crisi viene soprattutto dagli Stati Uniti, con risultati al di sotto delle aspettative.
Proprio la società ha parlato apertamente di “problemi di performance in Nord America”, che mettono sotto accusa il ceo, Carlos Tavares. Che prova a rivedere la sua strategia per gli Usa, con un rallentamento delle consegne ai concessionari nella speranza di smaltire le auto invendute. L’obiettivo è di arrivare a non più di 330mila unità in giacenza entro la fine dell’esercizio, con una riduzione delle consegne prevista per il secondo semestre di quest’anno. Rallentamento che si affiancherà a un aumento degli incentivi sui modelli del 2024 e degli anni precedenti.
Resta il dato incontrovertibile sui numeri, che dicono come le previsioni per il 2024 non verranno rispettate. E di conseguenza neanche i livelli di remunerazione per gli azionisti. Qualche stima hanno provato a farla gli analisti di Banca Akros, ipotizzando un utile netto tra 6,3 e 8,3 miliardi. E una discesa del dividendo che potrebbe essere in un range di 0,47-0,63 euro. Molto al di sotto delle attese del mercato. Dati che suonano un po’ come un ulteriore campanello d’allarme per i lavoratori degli stabilimenti italiani.