Come racconta per La Stampa Andrea Palladino nel Paese in cui non dovrebbe esistere nessun pericolo fascismo si sono radunati nei giorni scorsi i neonazisti provenienti da tutto il mondo per commemorare il fondatore della rete neonazista Blood and Honour (B&H).
A Sona, in provincia di Verona, in un’area agricola si son esibiti i Gesta Bellica, famosi per una canzone dedicata al boia nazista delle Fosse Ardeatine Eric Priebke. Il ritornello della canzone fa così: “Lui non risponde alle vostre menzogne / Lui non si spiega non lo farà mai / La sua fedeltà è più forte del Fuoco / Liberate il capitano!”.
“Mille camerati, venuti da tutta Europa / Sono qui con me, sacrificando la propria vita” è invece il ritornello di un’altra canzone che fa riferimento alla Waffen-SS, la legione straniera del corpo di élite di Adolf Hitler, con lui nel bunker di Berlino.
La scelta di Verona non è casuale. Nella città veneta proliferano i gruppi musicali di estrazione nazista sotto l’ala protettrice del Veneto Fronte Skinheads, che qui in Italia viene allegramente tollerato come un pittoresco gruppo di nostalgici.
Collegati ala rete internazionale ci sono circoli tranquillamente aperti come quello del movimento “Dodici raggi” di Arzate, dove sul bancone del bar appare una svastica in ferro. L’antisemitismo come bandiera, il nazismo come ispirazione e ovviamente il ritorno del fascismo come aspirazione.
Di quell’incontro non ne ha scritto quasi nessuno. Non ne ha dibattuto politicamente nessuno. Palladino scrive che un’auto delle forze dell’ordine vigilava all’esterno del concerto.