Massimo D’Alema si fa da parte. E lascia il Partito democratico. “La battaglia politica si fa quando c’è il congresso. Ognuno è libero di esprimere la sua opinione ma non io non parteciperò ad una dialettica legittima che ora ha altri protagonisti di un’altra generazione”, è quanto dichiarato da D’Alema all’Ansa. ”Io mi occupo di altre cose e non voglio essere tirato in mezzo ad una dialettica che ha altri protagonisti che, come è giusto che sia, sono chiamati a certe responsabilità”. Il presidente della Fondazione Italianieuropei ha smentito che lui sia l’ombra di Gianni Cuperlo e che ieri gli abbia imposto il no all’ingresso in segreteria. Cuperlo ha rifiutato la presidenza dei democratici una discussione che però resta aperta e che non convince del tutto i suoi sostenitori.
Ma tornando all’ormai rottamato o autorottamato, che dir si voglia, D’Alema sembra chiara la sua volontà di uscire definitivamente di scena: “Non ho intenzione di animare correnti”, ha detto D’Alema, “Cuperlo è passato a trovarmi ieri sera dopo aver incontrato Renzi e non prima, come impropriamente scritto. Non entro in questo genere di questioni e non ho intenzione di animare correnti, partecipare a riunioni e prendere decisioni”. Una durissima sconfitta da digerire per D’Alema che ha perso la sua battaglia dappertutto. La fine di un’era per la vecchia dirigenza.