L'Editoriale

Campo santo

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Campo santo

A quasi due anni di distanza dalle elezioni politiche del 2022, il consenso del governo Meloni e di FdI continua a rimanere alto nei sondaggi. Neppure la Telenovela Boccia-Sangiuliano, gli spari di Capodanno, i casi Santanchè e Delmastro, per tacere delle innumerevoli gaffe dell’ex cognato d’Italia Lollobrigida, sembrano scalfire la fiducia degli elettori. Certo, ora che i nodi dell’economia iniziano a venire al pettine il trend potrebbe subire un primo contraccolpo. Ma se finora, Giorgia & C. si sono potuti permettere di uscire più o meno indenni dalla lunga serie di inciampi che hanno segnato questo primo scorcio dell’esecutivo, è anche per merito di un’opposizione divisa e poco incisiva. Sebbene le ultime tornate amministrative abbiano dimostrato che, dove il centrosinistra si è proposto agli elettori con alleanze chiare e programmi condivisi, un’alternativa all’egemonia elettorale delle destre è possibile. Quando però l’analisi si sposta dal contesto territoriale a quello nazionale, la storia cambia decisamente verso. Con i 5 Stelle ad un bivio, in vista della Costituente che deciderà il futuro del Movimento con la resa dei conti tra il leader Conte e il garante Grillo, ci si aspetterebbe che il Pd di Elly Schlein, il partito di maggioranza relativa della coalizione, tenesse la barra dritta prendendo in mano le redini dell’opposizione. Invece, è proprio nel Pd che il caos regna più sovrano che mai.

Nell’ultima votazione al Parlamento Ue sulla risoluzione a sostegno dell’Ucraina, che autorizza peraltro l’uso di armi europee contro la Russia, i Dem sono riusciti nel capolavoro di dividersi in tre fra astenuti, favorevoli e contrari (con varie sfumature). Nella costruzione della futura alleanza di centrosinistra, Schlein non è ancora riuscita ad esprimere una posizione chiara sul ritorno di Italia Viva in coalizione. Malgrado i sondaggi indichino che l’ingresso dei renziani rischierebbe di far perdere più voti di quanti ne porterebbe. E nonostante la base del partito sia contraria al ritorno di Renzi, il figliol prodigo che ha distrutto l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Avanti così e il campo largo diventerà ben presto un campo santo. E Giorgia potrà dormire, ancora a lungo, sonni tranquilli.