Insulti alla Pm, il centrodestra salva Sgarbi

Niente processo per gli insulti al Pm che lo indagava, per Vittorio Sgarbi. Il centrodestra lo ha salvato.

Insulti alla Pm, il centrodestra salva Sgarbi

Se sei un parlamentare – e soprattutto ti chiami Vittorio Sgarbi – puoi insultare tranquillamente un magistrato che ti sta indagando, senza rischiare di essere processato per diffamazione aggravata. Il centrodestra, infatti, accogliendo la relazione della Giunta per le autorizzazioni (votata a maggioranza), ieri alla Camera ha salvato il critico dal procedimento penale. Hanno votato contro, M5s, Pd e Avs.

Gli insulti di Sgarbi alla magistrata che lo indagava

A promuovere il procedimento contro Sgarbi, era stato il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Laura Condemi (che indagava su di lui in un indagine su false autenticazioni di opere d’arte), definita da Sgarbi “una povera disperata”. Al Giornale.it prima e a alla trasmissione “I Lunatici” poi, Sgarbi aveva aggiunto: “Mai il nucleo di tutela del patrimonio artistico dei carabinieri era arrivato più in basso mettendo l’ignoranza al servizio della cecità e della mancanza di giudizio di un magistrato, tale Laura Condemi”. Inoltre definì l’indagine “irresponsabile e criminale”. Tuttavia, per il centrodestra quelle frasi “costituiscono opinioni espresse nell’esercizio delle sue funzioni di parlamentare, quindi opinioni insindacabili”.

Dovrà invece rispondere in sede civile per un’altra rissa

È andata peggio al critico nel secondo caso votato sempre ieri alla Camera. Il procedimento riguardava il risarcimento in sede civile richiesto all’ex parlamentare dalla presidente di Italia Nostra, Maria Rita Signorini. La vicenda risale al 2019, quando Sgarbi insultò pesantemente l’allora presidente dell’Associazione durante un confronto in una trasmissione su Radio Radicale. “Poveretta”, “ignorante come una capra”, “parla a cazzo”, “vai affanculo””, “demente”, “cogliona totale”, sono solo alcuni degli epiteti pronunciati dall’ex deputato riportati ieri in aula.

Frasi talmente pesanti che persino la giunta per le immunità egemonizzata dalla destra si è sentita di dovere di stigmatizzare. Tanto che aveva proposto la “sindacabilità” delle sue frasi, cioè la colpevolezza, perché l’art. 68 della Cstituzione garantisce la libertà di espressione dei parlamentari ma non quella di insulto. L’aula della Camera ha dato il via libera, con soli 3 astenuti. Indifendibile. AN.SPA.