Urso cerca la sponda tedesca per affossare il Green deal

Urso cerca alleati in Ue per tentare di rallentare il Green deal nel settore dell'auto: la prima sfonda, ma solo parziale, è quella tedesca.

Urso cerca la sponda tedesca per affossare il Green deal

Anticipare la revisione del Green deal nel settore auto e posticipare la transizione alla mobilità elettrica. Sono questi i due obiettivi di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che in questi giorni sta cercando sponde a Bruxelles per provare almeno a rallentare il processo verso una mobilità sostenibile nel settore dell’automotive.

Alla vigilia del Consiglio Ue Competitività, Urso ha approfittato di un evento promosso dalla presidenza ungherese per rilanciare l’ipotesi di una revisione del Piano Ue sui veicoli inquinanti, ribadendo di voler anticipare la clausola di revisione del regolamento sulle emissioni di Co2 “alla prima parte della nuova legislatura per dare certezza alle imprese e ai cittadini europei”.

Auto, il piano italiano per rallentare il Green deal

In sostanza, il ministro dice che la transizione verso una mobilità solo elettrica, prevista per il 2035, va “posticipata” o che, eventualmente, può essere confermata soltanto “allineando la politica industriale, quella ambientale e la politica della sicurezza”.

Per Urso le strade percorribili a lungo termine sono due: confermare l’obiettivo del 2035 ma ponendo delle condizioni da rispettare (a partire dalle risorse europee da stanziare), oppure rimandare la transizione all’elettrico. C’è poi l’altro obiettivo, a breve termine: anticipare la revisione del piano, prevista attualmente nel 2026. L’idea è di affrontare la discussione già nel 2025. Ipotesi su cui cerca sponde in Europa, a partire dalla Germania.

Le difficili alleanze di Urso

Ma con posizioni differenti, visto che l’obiettivo di Urso è provare, in quella sede, a posticipare la data del 2035. Qua emergono le divergenze con i tedeschi. Urso ha infatti incontrato il ministro di Berlino, Roberto Habeck, che “intende mantenere la data del 2035”. Ma si è detto “disponibile a discutere di tutte le condizioni per giungere a quell’appuntamento con un’industria europea competitiva, discutere su quali risorse, anche risorse comuni, e della neutralità tecnologica come una delle condizioni fondamentali”, fa sapere il ministro italiano.

Che afferma di aver avuto colloqui anche con i colleghi spagnolo, ceco e austriaco. E qualche apertura sulla sua proposta, assicura, ci sarebbe già stata. Critiche al tentativo di Urso arrivano da Pasquale Tridico, capodelegazione del Movimento 5 Stelle all’Europarlamento: “Le ricette illustrate per rilanciare il mercato dell’automobile non sono la soluzione e rischiano di aggravare, anziché migliorare, la grave crisi che attraversa il settore e le conseguenze disastrose sull’occupazione”. Una crisi che in Italia riguarda Stellantis, con quasi tutti gli stabilimenti in affanno.