Le banche dicono sì ad una tantum allo Stato

La misura non avrebbe niente a chevedere con la tassa sugli extra-profitti sbandierata, e poi rimangiata, dal governo nel 2023

Le banche dicono sì ad una tantum allo Stato

L’ipotesi di una misura una tantum di “solidarietà” per le banche, anche per evitare blitz come quello dello scorso anno con la proposta di tassare gli extra-profitti degli istituti di credito, che poi il governo si è completamente rimangiata, prende piede.

La conferma arriva dall’incontro del governo – presente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – con le parti sociali sul Piano strutturale di bilancio. La misura sarebbe oggetto del confronto in queste ore con le banche.

Il cadeau delle banche al governo

In mattinata è arrivata la disponibilità dell’associazione bancaria italiana. Il comitato esecutivo dell’Abi, presieduto da Antonio Patuelli, ha deliberato all’unanimità di incaricare il direttore generale Marco Elio Rottigni di approfondire eventuali misure che possano mettere a disposizione una maggiore liquidità per il bilancio dello Stato.

“Tali misure -sottolinea l’Abi – dovranno essere di natura temporanea e predeterminata, con effetti esclusivamente finanziari, salvaguardando il patrimonio e i bilanci delle banche e senza effetti retroattivi, per non penalizzare la competitività delle banche operanti in Italia” rispetto alle banche europee.

Briciole rispetto alla tassa sugli extra-profitti sbandierata dal governo nel 2023

Niente a che vedere, comunque, con la tassa sugli extra-profitti delle banche propagandata nel 2023, e su cui poi, appunto, il governo Meloni aveva ingranato la retromarcia.

L’ordine di grandezza dell’intervento non dovrebbe puntare a quei 4 miliardi che si sperava di raccogliere con la tassa sugli extra-profitti, ma si starebbe ragionando attorno alla metà: secondo i calcoli degli analisti, sulla base di una ipotesi di prelievo del 2% stimano introiti tra 900 milioni e 1,7 miliardi dalle banche e tra 700 milioni e 1,4 miliardi dalle assicurazioni, se quest’ultime venissero coinvolte assieme ai big dell’energia e del farmaceutico.

La battaglia del M5S sulla tassa sugli extra-profitti

“Siamo al colmo dei colmi. Siccome Meloni ha paura di tassare gli extra-profitti delle banche ottenuti da tassi e mutui, ora il primo passo lo hanno fatto addirittura gli Istituti di credito! Altro che premier underdog e antisistema. Viene da ridere. Un governo pavido e inetto”, scrive sui social il presidente del M5s, Giuseppe Conte.

“Avevamo ragione noi, che da un anno e mezzo con la proposta Silvestri chiediamo una tassa sugli extra-profitti bancari. Il Governo non si faccia ora dettare il compitino dalle banche perché non ha la forza di prendere delle decisioni. Introduca un contributo giusto e proporzionato”.

La proposta M5S in questione è stata calendarizzata alla Camera per il prossimo mese.