Sembra tutto pronto per l’invasione di terra di Israele nel sud del Libano. Con gli intensi bombardamenti che continuano senza sosta da quattro giorni per spianare le difese di Hezbollah e le truppe che hanno raggiunto il fronte, appare sempre più vicino l’inizio dell’operazione di terra da parte dell’esercito israeliano (IDF).
Anzi, secondo quanto riferisce l’emittente pubblica israeliana Kan, i preparativi sarebbero quasi del tutto ultimati, tanto che il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha incontrato i soldati che si stanno addestrando per uno scenario di invasione di terra, che potrebbe partire da un momento all’altro. Ancor più diretto è stato il capo del Northern Command, il maggiore generale Uri Gordin, secondo cui lo scontro con Hezbollah è entrato in una “fase diversa” e che l’IDF deve essere pronto per una “manovra di terra”. Del resto, che i preparativi per l’attacco siano in fase avanzata si capisce anche dal fatto che numerosi Stati stanno continuando a chiedere ai propri cittadini di lasciare immediatamente il Libano.
“Tutto pronto per l’invasione di terra in Libano”, lo rivela l’esercito di Netanyahu
Insomma, in Medio Oriente si trattiene il fiato davanti a una guerra che sembra prossima a trasformarsi in un conflitto regionale. Quel che è certo è che i raid dell’aviazione di Benjamin Netanyahu colpiscono ormai gran parte del Libano. Oltre a Beirut e al sud del Paese, è stata bombardata pesantemente anche la regione di Mu’ayssra a Keserwan, nel Monte Libano, che finora non era finita nel mirino dell’IDF.
Ondate di raid che, secondo il ministero dell’informazione libanese, hanno riguardato anche numerose località nella valle orientale al confine con la Siria: Mashgara, Duris, Lebbaya, Hawsh Rafqa, Khodr, Rayaq, Labwe, Brital, Nabi Shit e Janta. La pioggia di bombe non ha risparmiato neanche il villaggio di Maaysara, situato nella regione montuosa di Kesrouan, la cui popolazione è a maggioranza cristiana e dove, secondo le autorità libanesi, non ci sarebbero avamposti di Hezbollah. Un fitto bombardamento a cui i miliziani filo-iraniani hanno risposto lanciando svariate decine di razzi, che sono stati neutralizzati dai sistemi difensivi israeliani. Uno di questi missili balistici, secondo il Partito di Dio libanese, aveva come obiettivo “la sede del Mossad vicino a Tel Aviv”.
Diversa la versione fornita da Tel Aviv, con il portavoce internazionale dell’IDF, il tenente colonnello Nadav Shoshani, secondo cui il razzo sulla capitale ebraica “si stava dirigendo verso aree civili della città”, anche perché, come spiega il militare al Guardian, “il quartier generale del Mossad non si trova in quella zona”.
Dall’Egitto all’Iran, coro di condanna per Netanyahu: “Attaccando il Libano, vuole la guerra totale”
Intanto, i continui raid e la probabile operazione di terra hanno spinto i ministri degli Esteri di Egitto, Iraq e Giordania a diffondere una rara dichiarazione congiunta di condanna “dell’aggressione” di Israele contro il Libano, avvertendo che questa sta “spingendo il Medio Oriente verso una guerra totale”. Ancor più duro è stato Ali Khamenei, leader dell’Iran, che ha detto di non voler lasciare “il Libano da solo di fronte all’aggressione oppressiva del regime sionista”, aggiungendo che “i palestinesi e Hezbollah sono in jihad (guerra santa, ndr) sulla via di Dio” e “prevarranno in questa guerra con Israele”.
Quel che è certo è che la situazione sta precipitando, e in Libano è già iniziata una crisi umanitaria spaventosa, al punto che oltre mezzo milione di persone starebbe fuggendo dal sud del Paese. Scene che ricordano quanto già accaduto a Gaza, dove, purtroppo, la guerra non accenna a fermarsi. Anzi, secondo ABC News, fonti della Casa Bianca hanno rivelato che l’accordo tra Hamas e Israele per un possibile cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi è più lontano che mai, perché entrambe le parti non sembrano avere alcuna intenzione di chiudere il conflitto.