La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina può essere risolta solo “con azioni concrete e non con le conversazioni”. Questo è quanto dichiarato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo intervento al Consiglio di sicurezza dell’ONU a New York, durante il quale ha sottolineato che “dal primo secondo di questa guerra, la Russia sta commettendo qualcosa che non può essere giustificato in alcun modo secondo la Carta delle Nazioni Unite: sta commettendo un crimine internazionale”. “Ecco perché questa guerra non può semplicemente placarsi”, ha proseguito Zelensky, sottolineando che “dopo aver infranto così tante norme e regolamenti internazionali, il presidente russo, Vladimir Putin, non si fermerà da solo. La Russia può solo essere costretta alla pace”.
Assist di Stoltenberg a Zelensky
Il leader di Kiev, in attesa della presentazione del suo piano di pace al presidente americano Joe Biden, insiste con gli alleati per ottenere ulteriori forniture militari e per aumentare le sanzioni a Mosca. Nel frattempo, incassa l’impegno del segretario generale uscente della NATO, Jens Stoltenberg, a far entrare l’ex repubblica sovietica nell’Alleanza. Tutte mosse che, per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rasenterebbero la “follia”, dato che “una simile posizione è un errore fatale e sistemico, nonché una profonda illusione che, naturalmente, avrà inevitabilmente delle conseguenze per il regime di Kiev”. Questo perché, secondo il fedelissimo dello zar, “è impossibile costringere la Russia a firmare un trattato di pace contro la sua volontà”.
Da Trump una doccia gelata per Zelensky
Ma per Zelensky il viaggio negli Stati Uniti non ha portato solo buone notizie. Quasi in contemporanea al discorso all’ONU del leader di Kiev, il candidato alla presidenza USA, Donald Trump, ha dichiarato chiaramente che gli Stati Uniti dovrebbero porre fine al loro costoso coinvolgimento nel conflitto in Ucraina. “Biden e Kamala ci hanno trascinato in questa guerra in Ucraina, e ora non possono tirarcene fuori. Non ne sono in grado”, ha affermato Trump, aggiungendo: “Io risolverò la questione. Negozierò e porterò fuori gli Stati Uniti dal conflitto”. Parole che preoccupano l’amministrazione Biden, che si è subito messa al lavoro su un piano da 5,9 miliardi di dollari per garantire, anche in caso di vittoria del candidato repubblicano, la futura fornitura di armi a Kiev.