Quasi a fare il verso al partito della premier, i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, sul sito che promuove il quesito referendario per modificare le regole sulla cittadinanza c’è scritto: “Siamo figlie e figli d’Italia”.
Ebbene con una mobilitazione senza precedenti, anche e soprattutto, di personalità della cultura e dello spettacolo, il referendum ha raggiunto il quorum e superato oltre le 500mila firme nell’arco di una ventina di giorni.
Il quesito referendario è stato depositato il 4 settembre in Cassazione da un gruppo di associazioni tra cui Italiani senza cittadinanza, Conngi, Idem Network e organizzazioni come Libera, Gruppo Abele, A Buon Diritto, Società della Ragione e i partiti Più Europa, Possibile, Radicali Italiani, Partito socialista italiano, Rifondazione Comunista.
La proposta referendaria dimezza a 5 anni il requisito della residenza per richiedere la cittadinanza
Il Pd lo ha sostenuto, mentre il M5S lo ha considerato freddamente, puntando sulle iniziative che parallelamente al referendum si muoveranno in Parlamento. Salvo qualche eccezione come Vittoria Baldino. “Da sostenitrice di una riforma sulla cittadinanza e promotrice di una proposta di legge sullo ius scholae ho sottoscritto on line a titolo personale il ‘Referendum per cambiare la legge sulla Cittadinanza’”, ha dichiarato la vicecapogruppo M5S a Montecitorio.
La normativa in vigore stabilisce che la cittadinanza italiana possa essere concessa al cittadino straniero legalmente residente nel territorio della Repubblica da almeno 10 anni. Il quesito che ha superato 500mila firme propone di dimezzare tale termine, riportandolo a 5 anni, com’era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com’è stabilito in diversi altri Stati UE.
Ai fini della concessione della cittadinanza, oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo Referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
In Italia le persone in possesso di questi requisiti che potrebbero beneficiare direttamente o indirettamente (figli minori conviventi) dell’intervento proposto sono circa 2,5 milioni.
La mobilitazione del mondo della cultura e dello spettacolo
Ma forse più degli appelli delle personalità politiche hanno mosso le persone a firmare esponenti, come dicevamo, del mondo dello spettacolo e della cultura.
Da Julio Velasco, allenatore della nazionale femminile di pallavolo vincitrice dell’oro olimpico con giocatrici simbolo come Paola Egonu e Myriam Sylla, all’attrice Kasia Smutniak.
E ancora: dal fumettista Zerocalcare al cantante Ghali. “Gli italiani dimostrano una grande voglia di partecipazione e di non essere rassegnati al modo ideologico con cui questo governo tratta temi centrali per il futuro del paese come la riforma della cittadinanza. Grazie a tutti quelli che hanno creduto a questa possibilità in condizioni difficilissime”, ha detto il segretario di Più Europa, Riccardo Magi.
“Ancora una volta l’Italia dimostra di essere molto più avanti di chi la governa”, afferma Angelo Bonelli, deputato di Avs che aveva firmato il giorno prima assieme a Nicola Fratoianni.
Il traino delle regioni settentrionali
“Il Referendum Cittadinanza ha superato il quorum di 500.000 firme online intorno alle 16.15. dopo una giornata di grande afflusso di adesioni, circa 180 mila nelle 24 ore precedenti (7.500 all’ora in media, incluse le ore notturne)”, si legge in un’analisi elaborata da Youtrend.
E, a sorpresa, il referendum è stato spinto soprattutto dalle regioni settentrionali. L’Emilia-Romagna ha contribuito con 1166 firme ogni 100.000 abitanti. Seguono Piemonte (1061), Lombardia (1059), Lazio (1030) e Toscana (1003). Salvo la prima e l’ultima, sono regioni in cui governa il centrodestra.