Il bilancio è pesante, con oltre 492 vittime e 1.645 feriti, ma sfortunatamente è solo provvisorio, perché i bombardamenti israeliani in tutto il Libano proseguono senza sosta. Quel che è certo è che, in nemmeno 24 ore, l’aviazione di Tel Aviv ha colpito 1.300 obiettivi di Hezbollah, avvicinando pericolosamente la temuta escalation del conflitto in Medio Oriente.
Una serie di bombardamenti ordinati dal primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, che sembrano destinati a fiaccare le forze dei miliziani filo-iraniani, in vista di un’operazione di terra che appare sempre più probabile. A questi raid ha risposto il movimento sciita, lanciando oltre 200 razzi sul nord di Israele, dove sono rimaste ferite due persone.
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Come riferisce l’esercito dello Stato ebraico, nei raid aerei di questa notte sono stati colpiti “decine” di obiettivi del movimento libanese Hezbollah in diverse aree del sud del Libano, con attacchi che non hanno risparmiato nemmeno la capitale Beirut. Con un messaggio pubblicato online dalle Forze di difesa israeliane (IDF), Israele sostiene di aver lanciato “attacchi mirati” su “edifici che immagazzinavano armi”, come dimostrerebbe il fatto che “sono state osservate esplosioni secondarie”.
Le forze di Tel Aviv assicurano anche di aver fatto il possibile per evitare una strage di civili, avvisando la popolazione di lasciare le aree nei pressi delle strutture di Hezbollah.
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Gli attacchi in Libano, per l’Alto rappresentante dell’UE per la Politica estera, Josep Borrell, costituiscono un’evidente escalation del conflitto: “Questa situazione è estremamente pericolosa e preoccupante. Posso dire che siamo quasi in una guerra a tutti gli effetti”. “Se questa non è una situazione di guerra, non so come la chiamereste”, ha insistito il diplomatico europeo.
Lo stesso ha poi detto che gli sforzi per ridurre le tensioni sono in corso, ma i peggiori timori dell’Europa riguardo una recrudescenza del conflitto stanno diventando realtà, con i civili inermi che stanno pagando un prezzo elevato.
Ben più duro è stato il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, che parlando alla CNN ha spiegato che gli estesi attacchi di Israele contro Hezbollah rappresentano “una crisi umana e umanitaria” che rischia di far precipitare la regione in un conflitto più ampio. “Esiste il pericolo che il fuoco degli eventi che stanno avendo luogo in Libano si estenda all’intera regione”, ha spiegato il presidente. Quando gli è stato chiesto se l’Iran consiglierà a Hezbollah di frenare la sua risposta agli attacchi israeliani, Pezeshkian ha detto che Hezbollah sta affrontando un Paese “armato fino ai denti e che ha accesso a sistemi d’arma di gran lunga superiori a qualsiasi altra cosa”.
“Non dobbiamo permettere che il Libano diventi un’altra Gaza per mano di Israele”, ha avvertito il presidente iraniano, aggiungendo che è necessario l’intervento dell’ONU per fermare la carneficina in Medio Oriente.