L'Editoriale

Space Giorgia

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Mentre Giorgia Meloni ed Elon Musk si scambiavano sorrisi e abbracci a favore di telecamere, ieri a New York dove il padrone di X (il vecchio Twitter) ha consegnato nella notte alla premier italiana il premio dell’Atlantic Council, da quest’altra parte dell’oceano, c’era poco da stare allegri. L’Istat ha certificato la frenata dell’economia italiana ritoccando al ribasso (allo 0,7%) il Pil 2023, primo anno pieno del governo Meloni. Rivedendo allo stesso tempo al rialzo quello dei due anni (e dei due esecutivi) precedenti (al 4,7% nel 2022 e all’8,9% nel 2021), cioè prima della cura sovranista imposta dal ritorno del centrodestra alla guida del Paese. Un altro schiaffo in faccia alla narrazione dell’Italia locomotiva d’Europa che Giorgia e i suoi sodali continuano da mesi a propinare alla nazione con la collaborazione dei media amici.

Come se non bastasse, c’è pure un altro dato che, sebbene positivo, finisce per ritorcersi contro la propaganda del tandem Meloni-Giorgetti. Stando sempre ai dati dell’Istat, nel 2023 il deficit italiano in rapporto al Pil è risultato pari al 7,2%, addirittura in miglioramento rispetto alla stima pubblicata lo scorso aprile che lo fissava al 7,4%. Morale della favola, il famigerato buco generato dal Superbonus, che dopo aver promesso di prorogare in campagna elettorale le destre si sono precipatate a smantellare vaticinando sconquassi nei conti pubblici, si è rivelato più contenuto del previsto. E sempre al netto di tutti i vantaggi fiscali e ambientali che la misura ha generato finché è stata in vigore. Intanto, mentre l’Italia arranca, Meloni persevera nella sua ostinata missione di accreditarsi come leader credibile e affidabile a livello internazionale.

Ma a quale prezzo? Come abbiamo raccontato su La Notizia lo scorso 5 settembre, l’accordo tra Telespazio e SpaceX (di Musk) per la commercializzazione dei servizi Starlink in Italia, siglato lo scorso giugno, è solo l’ultimo esempio. L’intesa, che ha ricevuto il plauso del nostro governo, espone il nostro Paese al rischio di diventare terreno di conquista per interessi privati. Un’alleanza pericolosa che potrebbe costarci cara in termini di sovranità tecnologica e indipendenza decisionale. Insomma, in ballo c’è molto più di una passerella internazionale.