Immigrazione, la Uil avvisa il governo: “Il decreto flussi non va rattoppato ma superato e con esso anche l’anacronistica legge Bossi-Fini”

Immigrazione, la Uil bacchetta il governo: "Il decreto flussi non va rattoppato ma superato e con esso pure l'anacronistica legge Bossi-Fini"

Immigrazione, la Uil avvisa il governo: “Il decreto flussi non va rattoppato ma superato e con esso anche l’anacronistica legge Bossi-Fini”

L’incontro a Palazzo Chigi tra governo e sindacati sulle nuove norme in preparazione in materia di immigrazione è “un fatto positivo” perché “da molti anni non si discuteva sul tema ai livelli di governo”. Così il segretario confederale della Uil, Santo Biondo, auspicando che “non si sia trattato solo di un’occasione una tantum, ma dell’inizio di un percorso che ci vedrà impegnati a discutere con il governo, sul fenomeno migratorio, in maniera pragmatica”.

Al termine della riunione, il sindacalista della Uil ha detto che “sul tema non servono prove di forza né ci si può abbandonare alla propaganda, ma occorrono iniziative dirette a sottrarre alla condizione di clandestinità, alimentata dal malfunzionamento del dispositivo dei flussi, gli immigrati che entrano in Italia per lavorare. Ecco perché – ha sottolineato Biondo – il decreto flussi non va rattoppato, ma va superato, e con esso anche l’anacronistica legge Bossi-Fini, poiché il funzionamento di tale strumento, come sostenuto anche dal governo, è ormai nelle mani della criminalità organizzata”.

Immigrazione, la Uil avvisa il governo: “Il decreto flussi non va rattoppato ma superato e con esso anche l’anacronistica legge Bossi-Fini”

Il segretario confederale della Uil ha poi affermato che “questo meccanismo non può funzionare sia per la cronica carenza di personale nelle amministrazioni statali coinvolte sia perché improntato su un incrocio al buio tra domanda e offerta di lavoro. Risulterebbe, invece, molto utile attivare in tutte le prefetture i consigli territoriali per l’immigrazione, quali luoghi in cui realizzare una collaborazione strategica tra Istituzioni e parti sociali. Così come sarebbe necessario individuare nuovi e diversificati canali di ingresso per lavoro di cittadini stranieri”.

In questa prospettiva, ha rimarcato Biondo, “attraverso meccanismi incentivanti e in assenza di pericolosità sociale, bisognerebbe dare la possibilità di emergere a quegli immigrati, circa 600.000, che sono già in Italia, piuttosto che lasciarli, senza permesso di soggiorno, in balia di caporali e della criminalità organizzata. Inoltre, occorrerebbe consentire l’ingresso per lavoro a quegli immigrati in possesso di professionalità che le imprese faticano a trovare sul territorio. Si dovrebbe, poi, ritornare a ragionare sul permesso di soggiorno tramite sponsor e sul permesso di soggiorno per attesa occupazione. E, infine, servirebbero più ispettori e più ispezioni nei cantieri e nei luoghi di lavoro”.

Secondo la Uil “tutte le iniziative, di accoglienza e integrazione, dirette a sottrarre alla condizione di clandestinità gli immigrati, aiuterebbero anche il lavoro delle istituzioni nel rendere più sicure le città e nel mettere fine alla piaga delle morti e degli infortuni sul lavoro”.