Dopo il via libera dell’Europarlamento all’uso delle armi fornite dai Paesi Ue per colpire in Russia, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è recata a sorpresa a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky. Un viaggio con cui la leader tedesca intende ribadire il supporto militare dell’Unione europea, che proseguirà “finché ce ne sarà bisogno”, e rassicurare il presidente ucraino del “sostegno dell’Europa” per affrontare il gelido inverno. Questo perché il sistema energetico di Kiev è stato pesantemente danneggiato dai bombardamenti russi, al punto che il 50% delle infrastrutture energetiche sia ormai ko.
“La mia ottava visita a Kiev arriva mentre la stagione del riscaldamento si avvicina e la Russia continua ad attaccare le infrastrutture energetiche”, ha scritto von der Leyen su X. La stessa ha ricordato che giovedì è stato disposto che i 160 milioni di euro provenienti dai proventi dei beni russi congelati saranno interamente stanziati per soddisfare le urgenti esigenze umanitarie dell’Ucraina in vista del crollo termico. Del resto, i danni causati dalle truppe di Vladimir Putin hanno eliminato circa 9 gigawatt (GW) di produzione elettrica, che secondo von der Leyen è “l’equivalente energetico dei tre Stati baltici”.
Proprio per questo, la presidente della Commissione europea ha spiegato che l’Ue mira a ripristinare 2,5 GW di capacità di generazione di energia in tempi rapidi, prevedendo anche un contestuale aumento delle esportazioni di elettricità con cui fornire altri 2 GW di energia.
Botta e risposta
Paradossalmente, proprio mentre l’Ue si schiera in prima fila, con tutti i rischi annessi di un suo coinvolgimento attivo nel conflitto, gli Stati Uniti di Joe Biden e il Regno Unito di Keir Starmer frenano e mantengono il loro divieto all’uso delle loro armi in Russia. Un impegno a impegnarsi ancor di più è stato ribadito da von der Leyen, che ha spiegato come “con l’aiuto dei nostri Stati membri, in questo caso la Danimarca, abbiamo iniziato a utilizzare” le entrate generate dai beni congelati alla Russia per “effettuare ordini di armi e attrezzature militari direttamente all’industria della difesa ucraina”.
Mosse che il Cremlino non ha esitato a definire “gravi”, ricordando di “disporre di armi nucleari tattiche in Bielorussia” e aggiungendo che “Kiev e l’Occidente rischiano conseguenze disastrose se perseguono scenari provocatori”.
Infuria il dibattito sulla risoluzione Ue
Quel che è certo è che in questo momento a far discutere è la decisione di Strasburgo di concedere il via libera a Kiev per colpire in Russia. “Ognuno è libero di trattare con l’Ucraina l’utilizzo delle armi che invia. L’Italia ha sempre detto – e ribadisce – di utilizzarle all’interno del territorio” dell’ex repubblica sovietica.
A dirlo è il vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, a Radio24, aggiungendo che “non c’è nessuna decisione a livello europeo di obbligare i Paesi dell’Unione a liberare l’utilizzo delle armi in territorio russo, ogni Paese decide per sé, e anche gli USA sono molto prudenti. La difesa dell’Ucraina – ha concluso – non deve portare a una guerra mondiale, dobbiamo essere molto prudenti, chi ha buonsenso deve utilizzarlo”.
L’Italia si spacca dopo le mosse di Ursula
Proprio il voto all’Europarlamento sulla risoluzione che ha chiesto ai Paesi Ue di rimuovere il divieto a colpire in Russia, ha agitato la politica italiana. “C’è chi dice, e mi riferisco ovviamente alla segretaria Elly Schlein, che bisogna essere testardamente unitari, io le dico che noi siamo testardamente pacifisti. Non per una questione elettorale ma per una questione di buon senso”, afferma la deputata e vicepresidente M5S, Chiara Appendino, intervenendo a Radio Popolare.
La stessa ha aggiunto che “è emblematico ciò che è successo in Europa: abbiamo visto Forza Italia votare sì dopo aver detto per mesi che non bisogna usare le armi in modo offensivo; la Lega votare no per cercare di sembrare pacifista, ma poi in Italia vota sì a qualsiasi pacchetto; Fratelli d’Italia votare no per rifarsi una coscienza, mentre Meloni ha scommesso sulla vittoria militare e continua a inseguire questa escalation militare; il Pd votare di nuovo per la guerra. Io penso che abbia perso un’occasione per dare un segnale importante per la pace”.
Un segnale che M5S intende inviare alla politica italiana ed europea tanto che, come annunciato dal leader Giuseppe Conte, “il Parlamento europeo apre la strada all’utilizzo delle armi occidentali nel territorio russo. Vogliono portarci in guerra con la Russia? Siamo a un passo dal baratro”, ha aggiunto Conte, annunciando che domani (oggi per chi legge, ndr) con il M5S sarò alla marcia della pace di Assisi. Facciamoci sentire, alziamo la testa. Fermiamo insieme questa deriva bellicista”.